Nell’incontro che si è tenuto il 2 febbraio 2015, la direzione regionale di Poste Italiane ha confermato la chiusura di 65 Uffici Postali in Lombardia e la razionalizzazione di altri 120 (Uffici che rimarranno aperti solo due giorni alla settimana). Dei 65 Uffici che presto chiuderanno, 5 si trovano in provincia di Monza Brianza: si tratta delle piccole sedi di Agrate, Vimercate, Capriano, Zoccorino e Agliate. «Vengono dunque colpiti gli uffici postali collocati in territori a bassa densità abitativa ed in zone già penalizzate da interventi simili negli anni precedenti» commentano amari dalla Cgil.
«La preoccupazione evidente – commenta la Cgil in una nota – è che la politica industriale dell’azienda, che vuole concentrare la propria presenza sui territori più ricchi, non colga l’enorme opportunità che la nostra rete (fisica e infrastrutturale ) potrebbe offrire ai cittadini e all’intera comunità del paese. Non vorremmo che questo sia un primo prezzo da pagare sull’altare della privatizzazione. Per queste ragioni , ha sollecitato un intervento dell’ Associazione dei comuni lombardi (Anci) e della Regione Lombardia perché si avvii un confronto tra tutte le parti per discutere e trovare le giuste e opportune soluzioni».
Intanto Il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) ha annunciato una mozione urgente. «Nonostante i forti dubbi e le proteste anche sindacali per le preoccupanti ricadute sull’occupazione che potrebbero esserci – ha detto Cecchetti – pare che le Poste italiane vogliano andare avanti spedite sull’attuazione del progetto di ridimensionamento. A questo punto credo che sia urgente una presa di posizione del parlamento lombardo: chiudere sportelli o limitarne le aperture, soprattutto quando questi uffici sono periferici, vuol dire negare un servizio che è importante e al tempo stesso gettare nel disagio più assoluto le persone più deboli, soprattutto quelle anziane».