Grilletto facile? Non proprio. Almeno stando ai “numeri” del poligono nazionale di via Ticino, a Monza. Duemila sono gli iscritti tra agenti della polizia locale e guardie giurate. Oltre mille trecento iscritti “civili”. In lieve calo rispetto al 2017. Costanti anche le iscrizioni al corso per conseguire il diploma di idoneità al maneggio armi, propedeutico ad ottenere il porto d’armi. Una storia gloriosa quella del Tiro a Segno Nazionale di via Ticino. E’ lì dal 1906. La facciata è salvaguardata dalla Sovrintendenza. Ma la sua storia risale addirittura a Garibaldi, al 24 marzo 1862, quando il condottiero inaugurò il primo tiro a segno di Monza, a Triante.
L’attività è basata esclusivamente sul volontariato, ex poliziotti o carabinieri in pensione, appassionati il cui primo obiettivo è: «la gestione in sicurezza dell’arma da parte di chi la maneggia, perché non sia un pericolo per sé e per gli altri». E questo vale sia per i cittadini comuni che, ancor più, per agenti della polizia locale e guardie giurate che la pistola la utilizzano per lavoro e, ogni quattro mesi, devono “testarsi”. Tra i progetti del presidente Tsn Monza, Marco Collini, c’è la divulgazione e l’insegnamento della pratica del tiro a segno nelle scuole: «Stiamo contattando i dirigenti scolastici per far conoscere e magari praticare questa disciplina sportiva olimpica negli istituti di Monza, potremmo invitare gli studenti qui, al poligono, per fare loro vedere e provare i nostri punti tiro e chissà che possa nascere qualche talento da medaglia».
In via Ticino si sono a disposizione una linea da 50 metri, una sala per l’aria compressa, un’altra per armi da fuoco con quattro postazioni e obbiettivi mobili a 25 metri (in attesa di una nuovissima e tecnologica area tiro coperta, in fase di ultimazione) e infine una sala con 25 linee da 10 metri per aria compressa tutte dotate di bersagli elettronici. Proprio in quest’ultima da qualche tempo si allenano anche alcuni atleti paralimpici come Andrea Liverani, 28 anni, milanese, dal 2010, dopo un incidente stradale, costretto su una carrozzina. Alla World Cup di Châteauroux, in Francia, a ottobre, ha conquistato il record mondiale nel tiro R5 10 metri a terra mista e il pass per partecipare di Giochi Olimpici con la Nazionale. Oltralpe, Liverani, ha ottenuto tre medaglie individuali, oro, argento e bronzo, parte consistente del bottino della formazione Azzurra, 14 medaglie, giunta prima assoluta.
Ma Andrea non è nuovo a vittorie: sempre dopo l’incidente ha conquistato anche un titolo italiano a basket , con la Briantea 84 di Cantù. Ma quella è acqua passata. Ora guarda al Giappone. E appena può: «Quando mi concedono qualche ora sul posto di lavoro, ma devo dire che sono molto permissivi, vengo a Monza» dice sorridendo. Con una laurea in tasca, lavora a un patronato, ha contatti con persone che si rivolgono al sindacato per questioni lavorative, previdenziali e infortunistiche. Per almeno quattro volte alla settimana con la sua fiammante Bmw raggiunge via Ticino. Monta la carrozzina, raggiunge la sala tiro e imbraccia la sua super carabina tedesca con ottica trifocale da diverse migliaia di euro. «Lo sport mi ha ridato molta autonomia – dice – Subito dopo l’incidente, quando un camion fece una inversione a U e ci finii contro con la mia moto, era tutto complicato. Per fortuna ho avuto accanto i miei familiari e mio fratello gemello Davide». E poi il tiro. In via Ticino è di casa.
«Il tiro è uno sport statico, ci si limita al premere un grilletto, ma determinanti sono la concentrazione e la respirazione. Cosa mi piace di questa disciplina? Che ti estranei da tutto, stacchi, ti trovi in un mondo a parte». Al suo livello centrare l’obiettivo non basta. Occorre farlo alla perfezione: «La sfida – spiega – si gioca sui decimi di millimetro e una cartuccia non è uguale a un’altra». La perfezione si raggiunge con canne selezionate e proiettili a rosata il più concentrata possibile. Un binomio che ha portato Andrea in Germania, la nazione con la maggiore tradizione, ad effettuare una accurata selezione dei materiali.
VIDEO: ANDREA LIVERANI IN ALLENAMENTO