Arrestati dai carabinieri due giovanissimi arcoresi che hanno picchiato a colpi di manganello un 16enne in piazza Marconi a Vimercate per gelosia, distruggendo anche il cellulare della vittima. L’aggressione ha avuto luogo lo scorso giugno 2022, nella centralissima piazza di Vimercate.
Picchiato col manganello un 16enne in piazza Marconi
La vittima stava trascorrendo una tranquilla serata in pizzeria con un gruppo di amici quando, improvvisamente, si è trovato circondato dai suoi presunti aggressori, i quali dopo averlo invitato a seguirlo nel parcheggio tra le macchine, dove con il concorso del proprio genitore 50enne, improvvisamente lo hanno colpito a calci e pugni e perfino con dei manganelli per poi sottrargli e distruggergli il telefonino. Solo l’intervento di alcuni dipendenti del locale – che hanno subito richiesto l’intervento degli uomini dell’Arma – è riuscito a placare gli animi e interrompere l’escalation di violenza, nonostante i due giovani non abbiano esitato in un primo momento a brandire i loro manganelli contro commercianti ed avventori a scopo intimidatorio, prima di fuggire a bordo dell’autovettura condotta dal genitore.
Il giovane, trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza, dopo un primo allarmante stato di incoscienza per le percosse subite, è stato dimesso con 10 giorni di prognosi riportando contusioni multiple e trauma cranico.
Picchiato col manganello un 16enne perché testimone di un pestaggio
Ma è proprio il telefono a ricondurre all’antefatto. Le indagini coordinate dall’autorità giudiziaria per i minorenni del capoluogo milanese e condotte dai militari della Stazione di Vimercate hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda: alla base dell’aggressione patita dal 16enne, ci sarebbe una pregressa lite, verosimilmente per gelosia, di cui l’aggredito era stato solo il testimone.
Qualche giorno prima, infatti, il giovane in compagnia di un suo coetaneo dopo aver passato la serata insieme in un ristorante di largo Europa, passeggiando per le vie limitrofe, aveva notato la ragazza del suo accompagnatore in atteggiamenti ritenuti “intimi” con un altro ragazzo. Per evitare che i due si azzuffassero aveva saggiamente invitato il proprio amico ad allontanarsi.
Il suo animo da paciere si era poi spinto oltre, offrendo all’amico “tradito” il suo telefono cellulare per chiamare la fidanzatina e chiarire la situazione. Ma, dall’altra parte della cornetta, la voce non era quella della giovane, bensì quella del “rivale”, 17enne di Arcore. Una parola tira l’altra e i due si sono dati appuntamento al capolinea degli autobus, nella vicina piazza Marconi, per “risolvere” la questione.
Gli animi, però, si sono presto scaldati e il fidanzato avrebbe sferrato alcuni pugni al volto dell’altro ragazzo, fuggito poi a bordo del proprio motorino. L’intera scena era stata immortalata con lo smartphone del giovane testimone.
La questione non era conclusa: mentre al fidanzato deluso, via per le vacanze estive, giungevano alcune frasi minatorie come “hai una croce sopra”, l’amico testimone veniva rintracciato dal giovane e da suo fratello 15enne mentre all’esterno di un locale seduto ad un tavolo consumava una pizza con amici. La sua colpa: aver assistito all’onta subita dal 17enne arcorese. E così è stato vittima della vendetta.
Picchiato col manganello un 16enne e le indagini dei carabinieri
I carabinieri sentiti i testimoni, ed acquisiti i filmati dei sistemi di videosorveglianza, hanno identificato negli aggressori due fratelli di Arcore, il 17enne scappato in motorino e il fratello 15enne, verosimilmente “consigliati” dal padre che, per “retaggio culturale” non poteva sopportare “la vergogna” di quei ceffoni ricevuti. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minorenni di Milano, concordando con le risultanze investigative comunicate dai carabinieri di Vimercate, ha emesso a carico dei due fratelli una ordinanza di misura cautelare con la quale ha applicato ai due giovani il collocamento in due diverse strutture comunitarie, dovendo rispondere dei reati di concorso in lesioni personali aggravate, porto abusivo di oggetti atti a offendere e rapina.