Pedemontana: senza la Tratta D Lunga il traffico locale rischia di restare congestionato secondo lo studio Pim

La Provincia ha ricevuto i dati sullo studio del traffico del Pim e nelle prossime settimane l'argomento verrà trattato con i sindaci e il consiglio provinciale.

La Provincia di Monza ha ricevuto lo studio sul traffico per la tratta D  di Pedemontana dal centro Pim e la circolazione locale rischia di essere appesantita  se si dovesse applicare la D Breve da Usmate-Velate ad Agrate al netto anche di opere connesse o all’eliminazione del vecchio progetto. Come noto, il concessionario APL (Autostrada Pedemontana Lombarda) sta studiando una nuova ipotesi di tracciato della cosiddetta “tratta D”, che prevede un collegamento diretto tra Vimercate (termine tratta C) e il nodo tra la A58 (tangenziale Est esterna di Milano) e la A4 (autostrada Torino-Trieste) al confine dei comuni di Agrate Brianza e Caponago, denominata tratta “D breve”. L’eventuale attuazione di questa ipotesi alternativa necessita di una variante sostanziale al progetto del Sistema viabilistico pedemontano lombardo, già approvato dal CIPE nel 2009, con una nuova procedura di dichiarazione di pubblica utilità e di compatibilità ambientale.

Pedemontana: senza la Tratta D Lunga e lo studio

La Provincia era stata individuata, a seguito di formale espressione del Consiglio Regionale, quale soggetto referente per il territorio nelle interlocuzioni con Regione Lombardia, finalizzate ad individuare le opere complementari e connesse da prevedersi per affrontare al meglio le criticità specifiche della viabilità locale. Le analisi di natura trasportistica hanno prodotto macro-simulazioni modellistiche dei carichi attesi e dei livelli di servizio sulla rete stradale, condotte nell’ora di punta del mattino e secondo l’orizzonte temporale “2030”, con riferimento a diversi scenari: Scenario reference (situazione attuale);Scenario programmatico (sistema APL nella sua interezza come approvato dal CIPE nel 2009 “D lunga”);Scenari di progetto in alternativa alla “D lunga”: 1 tratta “D breve”; 2 stralcio tratta D (ossia la sua completa eliminazione); 3 stralcio tratta D e presenza dell’interconnessione completa A4 – A51; 4 tratta “D breve”, presenza dell’interconnessione completa A4 – A51, riqualificazione terminale nord A51, opera connessa TRBG03 “dorsale dell’isola bergamasca” e nuova viabilità, di tipologia extraurbana secondaria “tipo C1”, dotata di attraversamento dell’Adda; 5 stralcio tratta D, presenza dell’interconnessione completa A4 – A51, riqualificazione terminale nord A51, opera connessa TRBG03 “dorsale dell’isola bergamasca” e nuova viabilità, di tipologia extraurbana secondaria “tipo C1”, dotata di attraversamento dell’Adda. Come stabilito dal programma di collaborazione con Centro Studi Pim, lo scorso 28 febbraio è pervenuta una prima stesura dello studio viabilistico commissionato, che fornisce già valutazioni complessive sulla componente trasportistica ed è stata oggetto di analisi dei tecnici provinciali.

Pedemontana: senza la Tratta D Lunga e le prime valutazioni

Le prime valutazioni contenute nello studio evidenziano che, nello Scenario reference (A), le infrastrutture esistenti con andamento est/ovest, sia di natura autostradale (A4) sia di natura locale (SP2), registrano una sistematica situazione di congestione. Particolare situazione di criticità si riscontra su tutte le viabilità locali in corrispondenza del fiume Adda. Risulta altresì confermato che l’attuazione dello Scenario programmatico (B), che prevede la realizzazione del Sistema viabilistico pedemontano lombardo nella sua interezza (Tratta “D lunga” e relative opere connesse), induce complessivamente dei benefici generalizzati sulla rete stradale sia di livello autostradale sia di livello locale. Infatti, la A4 tra l’attraversamento dell’Adda e l’interconnessione con la A58 risulterebbe più scarica, così come l’intero sviluppo della SP2 e le viabilità locali di attraversamento al fiume Adda.Gli scenari di progetto simulano quindi il comportamento della rete in assenza di “D lunga” introducendo nell’assetto stradale, di volta in volta, infrastrutture (o loro combinazioni) anche di livello autostradale: si tratta degli Scenari di progetto in alternativa alla “D lunga”.Il primo sottogruppo di Scenari C1, C2 e C3 evidenzia, rispetto allo Scenario programmatico e a quello reference (A), comportamenti pressoché analoghi. Si registrano in particolare un aumento della congestione sulla viabilità secondaria e sui ponti di attraversamento all’Adda, un aumento dei flussi sulla A4 e un peggioramento diffuso delle performance della SP2. La tratta “D breve” (C1), pur garantendo una connessione diretta tra la rete primaria autostradale A36 e A58-A4, determina complessivamente sulla rete viaria locale effetti dello stesso ordine di quelli indotti dallo scenario con il solo completamento dell’interconnessione completa A4 – A51 (C3), la cui realizzazione genera un significativo incremento di traffico sul tratto nord della tangenziale est di Milano (A51), che presenterebbe comunque un livello di congestione accettabile. Gli studi degli Scenari C1, C2 e C3, non arrecando benefici sulla rete viaria locale, confermano la necessità di individuare opere connesse a servizio del territorio, sia per decongestionare la SP2 sia per assicurare un miglior attraversamento del fiume Adda. Lo studio ipotizza poi, negli Scenari C4 e C5, un primo set di opere connesse con particolare riguardo sia ad una nuova viabilità di tipologia extraurbana secondaria (semplice carreggiata a una corsia per senso di marcia a livelli differenziati, ossia con zone di intersezione su diverse altezze) che contempla anche un nuovo attraversamento dell’Adda, sia all’interconnessione completa A4 – A51. Una prima valutazione delle considerazioni conclusive lascerebbe comunque intendere che, anche in presenza di importanti opere connesse, gli effetti di miglioramento indotti sulla viabilità locale risulterebbero di entità inferiore a quelle ottenibili con lo Scenario programmatico (Scenario B, realizzazione della tratta “D lunga”).

Pedemontana: senza la Tratta D Lunga e il ruolo della Provincia

Il Presidente della Provincia di Monza e della Brianza, Luca Santambrogio, sottolinea che “con il supporto dei tecnici della Provincia, che stanno portando avanti le dovute analisi dello studio, e dei tecnici del Centro Studi PIM, procederemo nelle prossime settimane a presentare i risultati a Regione Lombardia, al Consiglio provinciale e ai Sindaci dei Comuni interessati alla “tratta D” in maniera approfondita e puntuale. A fronte del nostro mandato di portavoce del territorio saremo sempre punti di riferimento aperti e disponibili per facilitare il confronto, al fine di portare avanti gli interessi e i bisogni di tutta la comunità”.