Autostrada Pedemontana: allarme sulla bonifica dei terreni dalla diossina lanciato dal comitato di cittadini Ferma Ecomostro. «Ci avevano detto che la bonifica sarebbe stata portata avanti con trasparenza, destinando il rifiuto allo smaltimento definitivo in impianti autorizzati ad accogliere le terre contaminate da diossina. Seguiva quindi un elenco dei siti identificati. La maggioranza degli impianti indicati però non erano in realtà discariche, ma strutture autorizzate allo stoccaggio preliminare non definitivo, forse inclusi per refuso. Anche l’elenco dei siti si era rivelato pieno di errori grossolani: scorrettezze nei nomi delle aziende e talvolta perfino in quelli dei comuni; tant’è che di tutto il lungo elenco, gli unici siti realmente utilizzati sarebbero stati solamente tre».
Il comitato Ferma Ecomostro: “Dalle analisi terra rifiuto inerte, possibile?”
Infine, stando ai dati comunicati, nemmeno sulla diossina sarebbero allineati con quanto atteso. «Secondo le analisi, a quanto pare, i livelli di inquinante riscontrati sono così bassi da classificare il rifiuto non solo come “non pericoloso”, ma addirittura come “inerte”, da gestirsi quindi come una qualsiasi terra da scavo normalmente smaltita in cave o in impianti ordinari. Insomma, la terra proveniente dal disastro ambientale più grave d’Italia, che ha dato il nome alla Direttiva europea Seveso, sarebbe in pratica miracolosamente quasi priva di diossina. Sull’affidabilità di questi studi è lecito che ognuno tragga le proprie conclusioni», per poi ricordare che Autostrada Pedemontana Lombarda è la società che sta bonificando «allo scopo di privatizzare la Milano-Meda per convertirla da un’arteria pubblica, gratuita e utile, quale è oggi, in una strada a pagamento sovradimensionata e sottoutilizzata».