Paleari nuovo presidente dei rettori «Università arretrate di dieci anni»

L’Assemblea dei rettori ha eletto alla prima tornata e all’unanimità Stefano Paleari, 48 anni di Concorezzo e da quattro anni rettore dell’Università di Bergamo, nuovo presidente della Crui, la conferenza dei rettori delle università italiane.
Stefano Paleari
Stefano Paleari archivio

L’Assemblea dei rettori ha eletto alla prima tornata e all’unanimità Stefano Paleari, 48 anni di Concorezzo e da quattro anni rettore dell’Università di Bergamo, nuovo presidente della Crui, la conferenza dei rettori delle università italiane. Il neo-Presidente ha poi designato Alberto Tesi, rettore dell’Università di Firenze, quale nuovo segretario generale.

Giovani e mobilità sociale, competitività internazionale e modello di finanziamento. Il tutto nella cornice dell’autonomia e della valutazione. È questo il quadro a cui il neo-presidente intende ispirare il suo mandato.

«I prossimi anni segneranno un punto di svolta per l’università italiana – ha detto Paleari subito dopo l’elezione – Ma il punto di partenza è drammatico. Siamo arretrati di 10 anni, perdendo 10.000 ricercatori e il 15% dei fondi. Dato ormai conclamato anche nelle statistiche internazionali. Abbiamo 4 ricercatori ogni 1000 occupati. La Francia ne ha 9. Germania e Regno Unito 8. Persino la Spagna 7. E si badi bene, per passare da 4 a 5, rimanendo ancora ben lontani dai partner europei, servirebbero 20.000 ricercatori. Ovvero proprio quei giovani che noi formiamo e che poi vengono catturati da altri Paesi. Il loro talento non può restare senza una nostra risposta. Anche qui sta il problema della disoccupazione giovanile, perché la scoperta scientifica di un ricercatori in tutti campi del sapere è uno straordinario moltiplicatore per l’intero sistema economico italiano».

«L’Italia è in crisi perché si è fermato l’”ascensore sociale” – ha aggiunto il nuovo presidente della Crui – Le famiglie rinunciano a mandare i figli all’Università non per libera scelta ma per censo o per luogo di nascita. E in un Paese civile e sviluppato l’Università non può rappresentare un lusso, deve essere una necessità».

Parte quindi dai giovani Paleari per poi evidenziare quelle che saranno le linee guida della nuova Crui. «L’Università vuole essere valutata, tanto nella didattica quanto nella ricerca, vuole procedure di reclutamento trasparenti e severe, vuole che sia dato un vero diritto allo studio per i capaci e i meritevoli anche se privi di mezzi, vuole inserire le nuove leve nella ricerca. Per far questo occorrono poche cose sulle quali la Crui farà presto proposte precise: autonomia responsabile, semplificazione delle procedure, apertura internazionale e misure per la competitività e la cooperazione del sistema e infine, non meno importante, un nuovo modello di finanziamento, adeguato, ben definito e stabile».

«Chi governa l’Università a più livelli vuole meno burocrazia e più strumenti per competere – prosegue Paleari – Questa è la condizione per essere poi giudicati. È nell’interesse di tutti riportare il dibattito sulle cose reali, allontanando i tanti luoghi comuni. Ha sorpreso anche noi sapere dall’Europa che la Germania e la Francia sostengono le loro Università con il triplo del nostro budget e persino nel Regno Unito, indicato spesso come esempio di un finanziamento pubblico molto limitato, lo Stato spende per l’Università il 50% in più che in Italia – ha puntualizzato Paleari – Si decida quindi come finanziare gli Atenei, non dimenticando che nessuna automobile può viaggiare senza carburante. E si lasci poi ad ogni Università la possibilità di lavorare per migliorarsi, integrarsi e competere per poi essere misurata e valutata».

Paleari entra subito nel merito. «Abbiamo ricevuto da poco i risultati della valutazione della ricerca da parte dell’ANVUR. Uno sforzo fatto dall’intero sistema universitario e che non ha eguali in tutta la Pubblica Amministrazione. Siamo però al paradosso che senza un intervento che riduca i tagli pari al 4,5% (400 milioni) del bilancio degli Atenei per il 2013, questa valutazione rischia di essere inutile perché tutti gli Atenei vedranno comunque ridotte significativamente le loro risorse. Compresi quelli che hanno fatto meglio».

«In sintesi: giovani, nuova mobilità sociale e merito – conclude Paleari – così come per la Concordia anche la Nave Italia ha bisogno di conoscenze, coesione e determinazione per rialzare la testa. E l’Università è pronta a fare la sua parte».

Stefano Paleari, ingegnere, insegna attualmente Analisi dei Sistemi Finanziari presso l’Università degli Studi di Bergamo, di cui è Rettore dal 2009. È stato dal 2011 al 2013 Segretario Generale della Crui. Dal 2013 è l’unico membro italiano nel board della European University Association (EUA). I suoi interessi scientifici sono nell’ambito del finanziamento delle imprese, in particolare quelle ad alta tecnologia e delle infrastrutture, nello specifico dei trasporti aerei. Recentemente si è aggiunto ad essi lo studio comparato dei sistemi di higher education.