Padiglione Vaticano all’Expo la team leader è di Desio

Una desiana all’Expo, tutti i giorni per tutti e sei i mesi dell’Esposizione. Elena Catenazzi, 49 anni, è una dei tre team leader del padiglione Vaticano. Lavora nello staff della Struttura della Santa Sede: coordina guide, addetti infopoint e volontari.
Padiglione Vaticano all’Expo la team leader è di Desio

Una desiana all’Expo, tutti i giorni, per tutti e sei i mesi dell’Esposizione. Elena Catenazzi, 49 anni, è una dei tre “team leader” del Padiglione Vaticano. Lavora nello staff della Struttura della Santa Sede. «Coordino le altre persone che fanno parte dell’equipe: le guide, gli addetti agli infopoint e i volontari» spiega la desiana, soddisfatta del suo lavoro. Per lei è un vero e proprio cambiamento di vita. Dopo anni trascorsi in ufficio, alle dipendenze di varie multinazionali, ha deciso di dare una svolta alla sua vita professionale.

Da sempre vicina al mondo dell’associazionismo e della Caritas, ha saputo della possibilità offerta dal Padiglione del Vaticano per l’Expo. La sua domanda di lavoro, selezionata tra altre, è stata accolta. E così oggi Elena lavora nel sito dell’Esposizione, a tempo pieno. Un’esperienza unica e appassionante, a giudicare dal tono con cui ne parla. E dal suo volto raggiante.

«Sta andando molto bene. Questi sono solo i primi giorni, dobbiamo ancora prendere le misura, un pò di fatica c’è. Ma siamo contenti. ci sono stante persone interessate che chiedono di approfondire i temi, fanno tante domande. Ci sono numerosi studenti che si susseguono nelle visite, un gruppo dietro l’altro. È un’esperienza arricchente».

“Non di solo pane” e “Dacci oggi il nostro pane” sono le due frasi che ispirano il progetto, riportate in 13 lingue sulle pareti esterne del Padiglione. Il cibo assume una forte rilevanza simbolica. Cibo come nutrimento non solo del corpo ma anche dello spirito. Cibo condivisione. Cibo carità. Al centro dell’area espositiva c’è una tavola di legno su cui sono proiettati gli ambienti e le scene della quotidiana. Su una delle pareti è esposta l’Ultima Cena del Tintoretto portata appositamente da Venezia.

Sulle altre ci sono immagini e filmati. In tutto il locale domina la penombra. «I visitatori sono colpiti dalla sobrietà dell’ambiente e dall’efficacia del messaggio. Suggeriamo un percorso in 4 tappe. Tutti sono attratti, in particolare dal tavolo multimediale: è il simbolo del luogo quotidiano. È diviso in scene di vita quotidiana. la preparazione del cibo, la condivisione, il lavoro, il gioco, mensa eucaristica. Rappresenta la condivisione in tutti i suoi aspetti. Mostra cosa significa condividere tempo ed energie per trovare insieme delle soluzioni ai problemi di oggi, piccoli e grandi».

Sobrietà, lotta allo spreco, carità sono i valori che si respirano nel Padiglione. «Qui il visitatore ha un momento di stacco rispetto a tutto quello che succede fuori» spiega la desiana, che non smette di sottolineare: «Siamo entusiasti, speriamo di andare avanti così».