Ostetrica a processo per la morte di un bimbo nel parto in casa

Ostetrica a processo per la morte di un bimbo nel parto in casa, accusa di omicidio colposo. Prossima udienza il 17 aprile.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

Era già un po’ di tempo che una giovane coppia di Concorezzo pensava di far nascere il secondo figlio in un ambiente domestico, lontano dalle fredde sale ospedaliere. Del resto in Italia ogni anno sono circa 500 (su circa mezzo milione di nati) i bambini venuti alla luce fra le mura di casa (in Olanda invece, per esempio, una donna su quattro sceglie di partorire in casa propria). Un evento, quello del parto, così intimo e unico, che i due genitori volevano vivere con la massima serenità possibile.

Ostetrica a processo per la morte di un bimbo nel parto in casa, nato stretto nel cordone ombelicale

E così quando è stato il momento, siamo nell’aprile del 2022, la coppia decide di organizzare tutto per essere pronta ad accogliere il secondogenito fra le mura domestiche.

Presi accordi con l’ostetrica che ha seguito la donna durante la gravidanza, il giorno del parto sono lì, tutti, in attesa di poter sentire il primo vagito. Un vagito che, però, non è arrivato.

Dopo il travaglio, infatti, è accaduta la tragedia, con il bimbo in ipossia, stretto dal cordone ombelicale. È seguita la disperata corsa in ospedale dove il decesso del piccolo è avvenuto dopo un paio di giorni.

Ostetrica a processo per la morte di un bimbo nel parto in casa, accusa di omicidio colposo

Nei giorni scorsi, davanti al giudice monocratico Carlo De Marchi, si è tenuta la prima udienza a carico dell’ostetrica milanese, accusata di omicidio colposo. L’accusa ritiene che la professionista abbia commesso diverse negligenze a partire dall’assenza di una seconda ostetrica. In casa, durante il travaglio, ci sarebbe stata la “doula” (una figura assistenziale non medica e non sanitaria che si occupa del supporto alla donna durante tutto il percorso, dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino) e non un’altra professionista, come sarebbe previsto dalle linee guida della normativa regionale in tema di parto domiciliare.

La prossima udienza è in programma in tribunale il 17 aprile.