Ospedale, partenza a rilento ma il maxicantiere procede

Probabilmente da lunedì 16 settembre scatterà la “rivoluzione”del grande cantiere per la ristrutturazione dell’ospedale San Gerardo. Il ritardo è dovuto al prolungarsi del trasferimento di alcuni pazienti e ad alcune divergenze tra tecnici e sanitari.
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Ci si aspettava ai primi di settembre una partenza bruciante, invece il maxicantiere dell’ospedale, inizia a rilento e in sordina. Che cosa è successo? Indiscrezioni parlano di una divergenza di vedute tra direzione ospedaliera e concessionaria dei lavori la Synchron Nuovo San Gerardo, raggruppamento di imprese che ha avuto l’appalto da Infrastrutture lombarde.

Lo screzio sulla mancanza del progetto esecutivo e la presenza di pazienti su alcune aree di cantiere che avrebbero dovuto essere liberate. Il direttore sanitario Antonio Bonaldi getta acqua sul fuoco, sottolineando che i servizi di mensa, lavanderia e pulizie hanno cambiato gestore dal primo settembre, come da progetto e tutto è filato liscio.

In più sono stati eseguiti lavori preliminari come posa di panettoni in cemento e buchi per la creazione dei semafori ai nuovi ingressi. “Per il progetto esecutivo c’è tempo fino a ottobre, stiamo lavorando su uno stralcio”.

Chiude il discorso anche Antonio Giulio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture lombarde: il ritardo è dovuto al fatto che la Fondazione mamma e Bambino ha chiesto più tempo per trasferire i bambini malati di cancro in nuovi spazi. Di fatto –assicura il manager – si partirà in grand e stile da metà settembre. Il che significa recinzione di tutta l’area antistante l’ospedale, compreso il marciapiede di via Pergolesi, nuovi ingressi pedonali con semafori a chiamata e percorsi protetti per i visitatori. La “rivoluzione” verrà spiegata tramite depliant e cartellonistica.

Intanto il cambio di gestione dei servizi fa registrare dei problemi per quanto riguarda il bar interno: solo 4 lavoratori su 17 della Laser, il vecchio gestore, sono stati riassorbiti dal nuovo, la Cir food. I dipendenti rimasti senza lavoro, insieme al sindacato Cub Usi, hanno fatto sentire oggi la loro protesta.