Un’azienda di trasporto pubblico regionale, Trenord, che «sembra essere in realtà molto contenta di aver perduto dei passeggeri e si comporta in modo tale che non tornino mai più, anzi che se ne perdano altri, con l’obiettivo preciso di far circolare pochi treni, di relativa utilità». È il passaggio più graffiante del comunicato dei Comitato pendolari diffuso in settimane e riguardante, principalmente, la mancanza di chiarezza a lungo termine circa gli orari di circolazione delle corse. Un testo che, diversamente dal solito, non riporta in calce le firme di tutti quanti i comitati dei viaggiatori: in Brianza spicca l’assenza di quella che utilizzano la linea del Besanino, più attendisti vista l’imminente ripresa delle lezioni; a livello regionale, non c’è il comitato pendolari bergamaschi che hanno bollato il testo come «troppo sbilanciato contro Trenord. A nostro parere la responsabilità della gestione degli orari, anche in questa situazione, va maggiormente attribuita alla Regione e non all’azienda» ha spiegato Stefano Lorenzi, del Comitato, a L’Eco di Bergamo.
«Ancora una volta dobbiamo constatare che la Lombardia, regione che eccelle in molti campi (incluso sino a poco tempo fa anche il trasporto ferroviario), vede il trasporto regionale ferroviario cadere di giorno in giorno nel baratro della mala gestione e del malgoverno – attaccano i rappresentanti dei viaggiatori lombardi -. Non si spiega, infatti, perché le linee ferroviarie lombarde continuano ad avere delle incomprensibili e casuali riduzioni di servizio, senza alcuna organicità di sistema, ma un semplice sfilare turni e corse dall’orario, in base evidentemente a quello che Trenord ha intenzione di produrre. Mentre nel resto d’Europa e d’Italia, le aziende di trasporto pubblico fanno in modo di impegnarsi al massimo per tornare ai livelli di traffico pre-Covid, anche con aggiunta di corse, Trenord sembra essere in realtà molto contenta di aver perduto dei passeggeri».
Il recente accordo tra governo e Regioni ha sancito la possibilità per tutte le aziende di trasporto (treno, tram, bus) di trasportare passeggeri fino all’80% della capienza dei mezzi: si potranno occupare tutti i posti a sedere e solo il 25% di quelli in piedi, dove vige sempre la regola del metro di distanza interpersonale. Come si garantirà il rispetto di questo equilibrio a bordo, ancora non si sa. Ma quello che fa imbufalire i pendolari, oggi, è la mancanza di certezze sugli orari, che sembrano vivere alla giornata. Basta fare un giro in qualsiasi stazione brianzola per vedere una lunga teoria di treni cancellati o meno. L’orario in vigore adesso è stato licenziato da pochi giorni e ha validità fino al 14 settembre.
«Non solo il Gestore lombardo, cui è stato assicurato da poco un contratto di servizio decennale, non ha mai ripristinato il 100% dei servizi, ma ora si permette oltretutto (e gli viene concesso) di effettuare i propri servizi “alla giornata”, pretendendo per di più che siano i clienti-utenti ad aggiornarsi continuamente per verificare se il proprio treno verrà effettuato oppure no – attaccano i comitati pendolari -. Non solo continuano dunque i disservizi di sempre, ma l’orario stesso delle corse è diventato una variabile aleatoria, in balia degli umori dei funzionari di turno, rendendo di fatto impossibile una qualunque programmazione degli spostamenti. Come si può pensare di dilazionare gli orari del lavoro e della scuola se non vi è certezza del mezzo di trasporto? Tutto ciò avviene, ovviamente, in spregio al Contratto di Servizio e con il beneplacito dei vertici politici regionali, che si compiacciono pure di aver avuto rassicurazioni da parte del Governo per la copertura degli eventuali potenziamenti dei servizi, quando in realtà Trenord non riesce ad assicurare neppure il minimo contrattuale».
Infine, la stoccata al governo Conte: «Dopo aver affrontato la questione delle concessioni autostradali, è ormai giunta l’ora che il Governo si interessi anche delle modalità di affidamento dei servizi regionali ferroviari, perché la misura per i pendolari ed i viaggiatori lombardi è veramente colma».