A pochi giorni di distanza dalla solenne celebrazione della figura del capitano Giovanni Re, con la posa della “pietra d’inciampo” in piazza Martiri della Libertà a Seregno, diversi seregnesi hanno fatto osservare che su un altro fronte la sua fotografia appare incompleta e deturpata. Infatti, sulla lapide posta all’interno del parco centrale “25 aprile”, per volontà della sezione Anpi locale a memoria del corpo volontari della libertà – caduti di Seregno, assieme ad altri partigiani – la sua è l’unica fotografia rotta delle otto apposte e non permette di riconoscere in volto il comandante partigiano locale.
Giovanni Re, classe 1891, insegnante di musica, intellettuale di estrazione socialista, veterano della Grande Guerra, dopo il confino per un anno in Calabria nel 1939, a causa del suo antifascismo militante, dall’8 settembre 1943, riusciva ad organizzare un movimento partigiano autonomo in Seregno, reclutando giovani, sbandati, renitenti alla leva e convinti oppositori. Ma il 15 giugno 1944 veniva arrestato nella sua abitazione di via Palestro dove viveva con la moglie Ida Pedrazzini, e i due figli Giorgio e Mirella.
La moglie, Ida Pedrazzini, laureata in lingue straniere era docente di francese alla scuola di avviamento professionale Giuseppe Mercalli di via Stoppani, dall’anno scolastico 1940 fino al 1951, collega di Rosa Maffeo, nata a Milano il 18 luglio 1900, insegnante di matematica applicata e preside delle Mercalli dal 1952 al 1957, che è stata la madrina di battesimo di Massimo, nipote di Giovanni Re, che era presente alla cerimonia della posa della pietra d’inciampo assieme al pronipote di 9 anni Niccolò.
Giovanni Re, deportato a Flossemburg decedeva il 12 febbraio 1945.Tanti seregnesi si augurano che al più presto la sua fotografia possa essere riposizionata completa sulla lapide del parco 25 aprile, tanto da fare il paio con la pietra d’inciampo.