«Nobel per la pace a Lampedusa» È la proposta di Fabrizio Gatti

Lampedusa merita il Premio Nobel per la pace. A lanciare la candidatura è il reporter brianzolo dell’Espresso Fabrizio Gatti che aveva vissuto l’esperienza dei migranti per un’inchiesta: «Lampedusa è capitale mondiale dell’umanità».

Lampedusa merita il Premio Nobel per la pace. A lanciare la candidatura è il reporter brianzolo dell’Espresso, Fabrizio Gatti che giovedì stesso, apprese le drammatiche notizie provenienti dall’isola, ha affermato che «il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di Lampedusa, capitale mondiale dell’umanità». Una campagna proposta in estate anche dal quotidiano Avvenire.

Gatti conosce molto bene le condizioni in cui i migranti sbarcano sull’isola e lì vengono accolti, perché anche lui – ai fini di un documento giornalistico – si finse clandestino finendo nel centro di accoglienza dell’isola. Una vicenda che oggi Gatti ha voluto ricordare per sottolineare l’altruismo e la generosità dei lampedusani.

«La pace è un’azione verso gli uomini, le donne, i bambini. Non c’è altro paese al mondo in cui abbia visto mettere in pratica questo impegno in modo così costante e determinato. Quel paese, un piccolo paese disperso in mezzo al mare, è Lampedusa – scrive Gatti sul blog de L’Espresso – in queste ore, la gente di Lampedusa ancora una volta ha portato a terra i vivi e raccolto i morti. L’ho provato sulla mia pelle. Letteralmente. La notte tra il 23 e il 24 settembre 2005. Un uomo che non conoscevo e non mi conosceva mi ha avvistato in mare, a nuoto alla deriva. Mi ha aiutato a risalire sulla scogliera. Mi ha fatto sdraiare sulla pietra. Si è tolto la maglietta e me l’ha stesa sul petto per coprirmi. Continuavo a tremare di freddo. Allora lui, con tutto il suo corpo, si è sdraiato sopra di me. Pesava, eccome. Mi ha riscaldato così. Senza sapere chi fossi».

Tempo dopo l’uscita sull’Espresso dell’inchiesta sotto copertura, Gatti ha rivisto il suo soccorritore, una persona normale. «Lampedusa è così. Gente che non fa differenza tra amici o nemici. Connazionali o stranieri. Cittadini o clandestini. Ecco perché una volta seppellite le decine e decine di morti e placate le polemiche, dopo aver premiato nel 2012 l’Unione Europea, colpevole assente in questa tragedia sulle sponde del Mediterraneo, il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di quest’isola, capitale mondiale d’umanità», sostiene Gatti.

(modificato il 4 ottobre)