Parte anche nelle farmacie di Monza e Brianza la campagna di prevenzione del melanoma. Si chiama “Macchie, senza paura”, è stata presentata in Regione Lombardia ed è stata promossa da Federfarma Milano, Istituto Nazionale Tumori e Istituto Dermoclinico Vita Cutis, in collaborazione con l’assessorato al Welfare.
Venerdì 12 maggio, nelle 800 farmacie delle province di Milano, Lodi e Monza Brianza si potrà compilare un questionario insieme al farmacista per evidenziare le macchie della pelle che potrebbero essere a rischio. Se durante la prima fase emergessero dubbi, il farmacista prenoterà direttamente una delle 500 visite gratuite che si terranno nell’Istituto Nazionale Tumori e nell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis (entrambi a Milano). Il progetto “Macchie, senza Paura” si articola in più fasi: la prima nelle provincie di Milano, Lodi e Monza, la seconda nella Regione Lombardia, la terza in altre regioni d’Italia.
«L’Istituto Nazionale dei Tumori ha fin da subito aderito con convinzione a questa iniziativa – ha riferito Enzo Lucchini, Presidente IRCCS Fondazione Istituto nazionale dei Tumori – Il progetto è di fondamentale importanza, perché non esiste un intervento più efficace dello screening e degli esami dermatologici per intervenire nella cura dei tumori della pelle. La parola d’ordine, ancora una volta, è prevenzione».
Il melanoma è il terzo tipo di cancro più comune nella popolazione con meno di 50 anni. In Italia, le diagnosi di questa patologia negli ultimi anni sono quasi raddoppiate.
Testimonial della campagna è l’attrice Cristiana Capotondi: «Ho deciso di prendere parte alle campagne di prevenzione del melanoma dopo un episodio abbastanza singolare che mi è capitato. Un giorno, mentre ero dal professor Di Pietro (direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, ndr), rimango colpita da una lettera incorniciata appesa alla parete. Era di una donna, andata dal professore per un controllo abituale, a cui Antonino aveva diagnosticato tempestivamente un melanoma, rivelatosi poi un tumore maligno. Questa storia mi ha confermato quanto sia importante fare informazione e prevenzione».