L’Ats della Brianza è quella in cui si è verificato il maggior numero di casi di morbillo. Secondo i dati della Regione sono 51. Subito dopo vengono la Città Metropolitana di Milano con 37 , Brescia (17) e l’Ats della Valpadana con 16.
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«Nonostante Regione Lombardia con il 92% nel 2016, abbia la copertura vaccinale più elevata a livello nazionale -dice l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera- considerato il nuovo picco endemico che dai primi mesi del 2017 stiamo registrando, abbiamo deciso di incrementare l’impegno per il raggiungimento del 95 per cento di copertura vaccinale a cui è legato l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’eliminazione del morbillo congenito. Per questo abbiamo deciso di attivare un monitoraggio per verificare le coperture degli assistiti per singolo pediatra di famiglia attraverso un’analisi dei dati dei data base regionali. Questo consentirà al pediatra di mirare il rinforzo sui suoi assistiti e alle Ats di ragionare con l’Ordine dei Medici e i professionisti su quali misure mettere in campo».
La Regione spiega che, il morbillo fa parte di quel gruppo di patologie infettive che possono essere totalmente debellate se si riesce a raggiungere la percentuale del 95% di popolazione vaccinata. Per questo invita le famiglie di bambini e adolescenti ad aderire all’offerta vaccinale gratuira del servizio sanitario.
«Il più recente picco endemico nella nostra regione con 771 casi – ha spiegato l’assessore -, si è registrato nel 2013 mentre negli anni successivi i casi si sono stabilizzati tra i 100 e 200. A partire dallo scorso gennaio, invece, il numero di casi è aumentato nuovamente, e ad oggi siamo a quota 134 (63 a gennaio), (61 a febbraio), (10 a marzo). I picchi endemici sono ciclici e variano a seconda della percentuale di ’suscettibili’, ovvero di persone non vaccinate e che non hanno contratto la malattia. Più questo numero aumenta, più l’intervallo tra un picco endemico e un altro si accorcia. Ne consegue che solo la presenza di un numero sempre maggiore di vaccinati possa evitare che la diffusione della malattia».
In questo contesto, comunque, la Brianza resta una dei territori con maggior numero di casi in Lombardia.