Per anni avrebbe letteralmente soggiogato la fidanzata minacciandola, costringendola a rapporti sessuali contro la sua volontà, picchiandola (una volta era finita al pronto soccorso, ma ai medici aveva riferito di essere caduta dallo scooter) e persino tenendola segregata per almeno due giorni e due notti nella cantina di casa (in quella occasione la ragazza aveva riferito ai genitori che avrebbe trascorso un fine settimana in montagna).
Mercoledì 7 novembre è arrivata la condanna (9 anni di reclusione, e cinquantamila euro di risarcimento provvisionale alla ex fidanzata, sentenza pronunciata dal tribunale collegiale di Monza (presidente Giuseppe Airò)), nei confronti del venticinquenne di origini albanesi arrestato a maggio 2017 dopo la denuncia presentata dalla sua ex ragazza, una giovane monzese. Riconosciuto in toto l’impianto accusatorio sostenuto dal pm Alessandro Pepè, che per l’imputato aveva chiesto la pena finale a 13 anni, per violenza sessuale, sequestro di persona e atti persecutori.
Le indagini nei confronti del 25enne erano state condotte dagli agenti del commissariato di viale Romagna, dopo la denuncia presentata dalla parte offesa, che aveva cominciato la relazione con l’imputato, nata come una semplice “amicizia”, quando lei aveva solo 12 anni.