Una serata dedicata al sorriso. È in programma giovedì 9 maggio dalle 20 presso lo studio Gayatri in via Monte Santo 33 a Monza. Ospite d’eccezione dell’appuntamento, che si soffermerà sull’importanza del sorriso, non poteva che essere l’Associazione Sindrome di Moebius, un’associazione che ha sede a Muggiò, unica presente in Italia che si dedica ai bambini affetti dalla sindrome che provoca la paralisi dei muscoli facciali e, quindi, ne impedisce il sorriso.

Monza: una serata dedicata al sorriso con l’Associazione Sindrome di Moebius, unica in Italia e con sede a Muggiò
Fondata nel 2000 dal muggiorese Renzo De Grandi dopo la nascita della figlia Giulia, affetta dalla sindrome, ora l’associazione può contare su circa 250 famiglie associate e residenti in tutta Italia. Venti anni fa, nel 2004, grazie all’interessamento di De Grandi e dell’Associazione, si registrò anche in Italia la prima operazione con un medico americano.
«L’intervento avvenne a Parma, dove in seguito è stato realizzato l’ambulatorio Moebius. Nel 2004 vennero eseguiti tre interventi, tra questi anche quello di Giulia», ricorda il padre. E ha proseguito: «In venti anni sono stati eseguiti circa un centinaio di interventi».
Monza: una serata dedicata al sorriso con l’Associazione Sindrome di Moebius, un approccio “filosofico letterario”
La serata di giovedì (si inizia alle 20) ripercorrerà quanto fatto dell’Associazione in questi 24 anni a sottolineare quanto sia importante il sorriso. «Ci è piaciuta l’idea della serata con un approccio filosofico letterario al sorriso», dice ancora De Grandi.
L’associazione, della quale fa parte ovviamente anche Giulia per la quale tutto è nato, organizza sempre due eventi all’anno per promuovere la cultura del sorriso.
«Il primo incontro – ha spiegato Renzo De Grandi – si svolge sempre nella prima metà dell’anno, quindi nella seconda metà ci focalizziamo sul ritrovo delle famiglie. Quello di quest’anno si svolgerà Dal 13 al 15 settembre a Monticelli Terme in provincia di Parma, è un momento importante per l’associazione perché non dimentichiamo di prenderci cura dell’aspetto psicologico dei pazienti e anche delle loro famiglie».