Monza: un fondo di garanzia per l’affitto a canone concordato

Il Comune mette a disposizione 50mila euro nel 2025 con contributi di 750 euro per i proprietari che offrono case a prezzi calmierati.
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La giunta di Monza ha istituito un fondo di garanzia per i proprietari che affitteranno gli appartamenti a canone concordato: lo stanziamento per il 2025 ammonta a 50.000 euro che saranno utilizzati per assegnare contributi da 750 euro ai privati che sottoscriveranno nuovi contratti di locazione o che convertiranno i vecchi secondo i criteri fissati dal Comune.

Potranno ottenere l’incentivo i titolari di alloggi a Monza che individueranno gli inquilini tramite l’Agenzia per l’abitare, ricostituita lo scorso anno e gestita al Liberthub per conto del municipio dal Consorzio Comunità Brianza, che abbiano registrato regolarmente il contratto a canone concordato e siano in possesso delle asseverazioni degli immobili previste dalla normativa. Nel 2026 lo stanziamento sarà calibrato sulla base delle somme assegnate da qui a fine dicembre.

Monza: sostegno per le case a prezzi abbordabili

L’intervento rientra tra le azioni con cui la giunta Pilotto tenta di supportare i cittadini alla ricerca di abitazioni a prezzi abbordabili: «Stiamo cercando di promuovere il ricorso al canone concordato, uno strumento ancora poco conosciuto e poco applicato – spiega l’assessora alle Politiche abitative Andreina Fumagalli – all’Agenzia dell’abitare i privati possono, tra l’altro, ottenere informazioni sugli sgravi fiscali garantiti da questa formula e sulla cedolare secca. I contributi da 750 euro potrebbero essere impiegati per coprire parte delle spese per la certificazione degli impianti e per la registrazione del contratto: in questo modo speriamo che venga rimesso sul mercato qualche appartamento tra le svariate migliaia che rimangono liberi per tante ragioni».

Monza: per superare la diffidenza dei proprietari

«I contratti a canone concordato – riflette – potrebbero consentire di pagare l’affitto a tante famiglie che si trovano nella cosiddetta fascia grigia» con redditi superiori a quelli chiesti per ottenere un alloggio popolare, ma insufficienti per sostenere i valori fissati dal mercato. «C’è anche chi – commenta l’assessora – non trova casa non tanto per ragioni economiche, quanto per la diffidenza dei proprietari ad affittare a nuclei senza referenze o con un solo reddito e a genitori singoli con figli a carico in quanto temono che non riescano a pagare regolarmente. L’Agenzia dell’abitare, grazie alla collaborazione con le associazioni dei proprietari e degli inquilini, serve anche a mettere in contatto le diverse parti e a creare una relazione di fiducia perché a Monza il problema della casa ha diverse sfaccettature».

L’idea del fondo di garanzia non è del tutto nuova: sperimentazioni simili avviate una decina di anni fa sia in città che in altri comuni della Brianza non hanno, però, però dato risultati positivi e sono naufragate rapidamente. Le informazioni sulle modalità per accedere all’Agenzia dell’abitare e alle agevolazioni sono pubblicate sul sito del Comune.