Non ha riscosso il successo atteso il bando, a favore dei bar monzesi, per la dismissione delle slot machine (Bando “Ludopatie”). Il business delle slot è difficile da abbandonare soprattutto se l’incentivo economico non si avvicina nemmeno lontanamente agli introiti che “le macchinette” portano agli esercenti. Il bando del Comune di Monza aveva un budget di 20 mila euro e prevedeva un massimo di 2 mila euro per ogni esercente che decidesse di abbandonare le slot. Soltanto 2 bar di Monza, però, hanno partecipato.
Spesso è difficile confidare sulla leva morale che convince i titolari di un bar a rinunciare ai guadagni delle slot, ma qualcuno ha preso questa decisione. «Prevalentemente è stata una questione etica perché questo tipo di gioco d’azzardo per le persone è abbastanza pesante – dichiara Roberto Confalonieri titolare del Blue Chip di via Ugo Foscolo – Ci sono persone che sono molto prese da questo tipo di gioco e vederle che perdono il controllo non ci andava bene». Oltre a questo c’è anche una questione di sicurezza del bar: «Si rischia che ti irrompono nel bar di notte per rubarti l’incasso delle macchinette – continua Confalonieri – Noi avevamo già deciso di dismettere le macchinette poi abbiamo saputo del bando allora abbiamo partecipato». Ma perché così pochi hanno deciso di approfittare di questo incentivo? «E’ stato comunque un sacrificio rinunciare a questi guadagni, se la si guarda dal punto di vista esclusivamente imprenditoriale prendere 2 mila euro per rinunciare ai soldi delle macchinette non è per niente incoraggiante» conclude il titolare del Blue Chip.
Anche Antonio Pellegrini del Caffè Dolce Amaro di corso Milano ha deciso di togliere le slot dal proprio bar. «Tenere queste macchinette nel locale non porta bella gente, mi spiaceva vedere molta gente che in poche ore perdeva un sacco di soldi e ci lasciava quasi la pensione». Inoltre le slot machine possono creare problemi seri nella gestione pratica di un locale: «Noi siamo un bar tavola calda e in pausa pranzo spegnevamo le macchinette, se i giocatori incalliti entravano e le vedevano spente si lamentavano ad alta voce». Creando comprensibili problemi “di immagine” con gli altri clienti del locale.
L’assessore alle Attività Produttive, Carlo Abbà, commenta l’esito non entusiasmante di questo bando: «Utilizzeremo i soldi che sono avanzati per altri provvedimenti sulla tematica della ludopatia, il bando non ha avuto il successo che avevamo previsto probabilmente perché l’importo che concedevamo è di molto inferiore rispetto ai guadagni che si fanno con le slot».