Monza sbarra le porte al gioco d’azzardo: nessuna sala scommesse potrà più aprire i battenti in città né i gestori di bar o locali pubblici potranno installare nuove slot machines. La decisione della giunta è frutto della mappa dei luoghi sensibili elaborata nell’ambito del progetto “Attenti al Gap” varato per contrastare il gioco patologico in collaborazione con il Comune di Brugherio, il consorzio Exit, l’Asl e cofinanziato dal Pirellone.
Cartina alla mano gli operatori hanno individuato 621 luoghi da tutelare in quanto frequentati da minori, anziani, malati e persone che più di altre rischiano di passare dal desiderio di una puntata sporadica alla patologia: l’elenco comprende, tra gli altri, 151 scuole, 41 spazi destinati alla cultura, 79 impianti sportivi, 69 luoghi di aggregazione, 76 strutture sanitarie oltre a chiese, oratori, parchi e giardinetti pubblici. I nuovi impianti, come prevede la legge regionale dovranno rispettare una distanza di almeno 500 dai siti segnati sulla mappa.
«Significa – precisa l’assessore alle Attività produttive Carlo Abbà – che su almeno il 95% del territorio di Monza non potranno aprire nuove attività. Stiamo cercando di ostacolare in tutti i modi il gioco d’azzardo che provoca disastri in molte famiglie e causa elevati costi sociali per il recupero dei giocatori». L’amministrazione tenterà di attuare l’interpretazione più restrittiva della normativa lombarda e cercherà di impedire la sostituzione delle vecchie macchinette mangiasoldi con nuove apparecchiature. Proseguirà, inoltre, le iniziative di sensibilizzazione dei gestori dei locali: «I dati – aggiunge Abbà – rivelano un leggero calo del numero di slot machines anche per l’aumento degli operatori attenti ai danni causati dalla ludopatia. Il prossimo passo sarà quello di dimostrare che, anche senza le macchinette, gli esercenti possono non perdere o addirittura guadagnare più di qualche loro collega».
«La battaglia – commenta l’assessore – è dura. Andremo incontro a parecchi ricorsi: alcuni potremmo perderli, ma altri potremmo vincerli». Un primo successo, aggiunge, è legato alla chiusura di una sala gioco in via Mapelli che il titolare avrebbe voluto riaprire dopo aver rilevato l’insegna da un altro operatore. Il Tar ha confermato la linea del Comune che ha negato il permesso in quanto ha equiparato il passaggio di esercizio alla nascita di una nuova attività in un luogo a pochi passi da scuole e chiese.
L’amministrazione, intanto, si sta preparando a un altro scontro legale: nelle prossime settimane, davanti al Tribunale amministrativo, dovrà far valere le proprie ragioni nei confronti di un bar di Sant’Albino che ha presentato ricorso contro l’obbligo di dismettere le macchinette per il gioco d’azzardo.