Rubano l’identità. E poi usano i dati personali degli altri per realizzare frodi creditizie, per ottenere credito o acquisire beni senza rimborsare il finanziamento, con l’obiettivo di tenersi quello che hanno comprato evitando di sborsare alcunché.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit parlano di 21.800 casi in Italia nel 2020, con un danno di 125 milioni di euro. Truffe in diminuzione del 32,4%, anche se sono in aumento gli importi: più+21,8%, con una media di 5.650. Ma ora che la pandemia è (si spera) nella sua ultima fase si segnala una ripresa anche dal punto di vista della quantità dei casi.
La Lombardia è la seconda regione più colpita dal fenomeno. In controtendenza rispetto al resto d’Italia ha visto crescere a 2.851 i casi di frode rilevati (+3,7% rispetto al 2019), battuta solo dalla Campania. Un aumento registrato nel 2020 siano diminuite le richieste di prestiti personali (-25,6%). In questo contesto Monza è una delle province più colpite con 255 casi contro i 986 di Milano
“Quello delle frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità è un fenomeno in continua evoluzione, con le organizzazioni criminali che si avvalgono di tecniche sempre più sofisticate che spesso il singolo consumatore non è in grado di rilevare – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF -. Dopo una crescita costante che ha caratterizzato pressoché ininterrottamente l’ultimo decennio, nemmeno il lockdown e la conseguente contrazione delle erogazioni hanno bloccato l’attività delle organizzazioni criminali. Per questo non è assolutamente il caso di abbassare la guardia perché, con la ripresa della normale operatività, le frodi creditizie sono destinate ad aumentare ancora, favorite anche dall’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento, il più frequente ricorso all’e-commerce e la digitalizzazione di molti processi che possono determinare un innalzamento dei rischi”.
Il maggior numero di frodi riguarda importi sotto i 3mila euro, ma sono aumentati notevolmente i casi di frode con importo tra i 10.000 e i 20.000 euro, ora oltre l’11%. Quasi un terzo dei casi ha per oggetto l’acquisto di elettrodomestici ma una quota significativa ha riguardato anche i comparti auto-moto (12,5% del totale), elettronica, informatica e telefonia (9,7%) e arredamento (7,9%). Le spese per la casa arrivano al 13,9%, con la categoria arredamento che rappresenta il 7,9% dei casi e i finanziamenti per interventi sugli immobili e ristrutturazione che rappresentano il 6% del totale.
La maggioranza delle vittime, due su tre, sono uomini con un aumento della percentuale di persone over 60. La fascia tra i 41 e i 50 anni però è la più colpita. Nel 76,2% dei casi i frodatori hanno utilizzato una carta di identità falsa o contraffatta, nel 22,3% dei casi una patente.
Inoltre, circa il 1,4% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta oppure valida ma non riconducibile al soggetto. Per le patenti, nel 4,5% dei casi si tratta di documenti inesistenti o non appartenenti al soggetto.
Solo il 36,3% dei casi viene scoperto entro i primi 6 mesi (nel 2019 era il 53%), mentre i casi in cui la frode viene scoperta dopo più di 5 anni sono aumentati del +44%. Occhio, quindi, a pubblicare su web e social dati anagrafici o identificativi.