Gli ultimi metri di ogni gara sono sempre i più duri. Lo sta scoprendo a proprie spese Alessandro Misiti, impossibilitato a prendere parte agli allenamenti degli Sharks Monza per via di un ascensore da tempo fuori servizio, quello della stazione di Monza.
Gli Sharks sono una delle formazioni italiane più forti di hockey in carrozzina. In questa stagione sono arrivati quarti nel campionato di serie A1. La società ha anche una formazione che milita in A2.
L’inconveniente “ferroviario” impedisce intanto a Misiti, 30enne residente a Torino, di coprire il residuo tratto di percorso che dal capoluogo piemontese porta alla palestra della scuola Bellani in via Silvio Pellico.
Un’inezia, rispetto ai 149 chilometri che separano Monza da Torino. Perché lui, dopo essersi lasciato alle spalle senza particolari problemi il tragitto in treno tra la città della Mole e il capoluogo brianzolo, in stazione è bloccato irrimediabilmente da una scritta lampeggiante che segnala come l’ascensore sia fuori servizio.
Un cartello avverte che l’impianto è fermo per manutenzione . L’elevatore guasto è quello che dovrebbe trasportare gli utenti con difficoltà motorie da piazza Castello al corridoio che conduce ai vari binari e viceversa.
«Con la mia carrozzina elettrica – spiega Misiti – sono autonomo. Perciò, se non ci fosse questo problema, potrei andare da solo nella palestra di via Pellico dove gli Sharks si allenano e disputano gli incontri casalinghi. Ma finché l’ascensore non funziona, devo rinunciare a venire a Monza. Ho pure rinunciato alla pizzata di fine campionato. Ho segnalato il problema, ma non è successo niente».
Il giocatore torinese ha già giocato con i Magic Torino e i Dragons Grugliasco. Nella scorsa stagione, pur di giocare con gli “Squali” monzesi, aveva iniziato ad affrontare un’impegnativa trasferta.
«Alessandro – commenta il dirigente Angelo Vailati – aveva sostenuto i primi allenamenti in avvio di stagione. Poi, per via dell’ascensore guasto in stazione, ha dovuto rinunciare. Dispiace, perché ha una gran passione. Ci tiene a essere sempre informato sulla nostra attività».
L’ascensore immobile, ovviamente, mette in difficoltà tanti cittadini. Lo riscontra spesso Pietro Soldi, volontario Auser.
«I problemi – spiega il rappresentante dell’associazione – nascono non solo con le persone che noi assistiamo. Penso anche agli anziani con problemi di mobilità, alle mamme con il bambino in carrozzina. Recentemente, con altre quattro persone, ho dato una mano a un signore in carrozzina. Ero in stazione per caso. Ma se non lo avessimo aiutato noi, non ce l’avrebbe fatta a superare la scale».
L’ufficio stampa di Rfi, interpellato sulla questione, comunica che «interventi strutturali importanti sull’ascensore verranno eseguiti nel breve periodo».