Lavori finiti – o quasi: mancano pochi dettagli per completare gli interventi del teatro di corte della Villa reale di Monza, chiuso dal 2019 per il lungo e non semplice cantiere di restauro che è partito dal problema principale, fermare l’umidità di risalita (e non solo) che stava compromettendo struttura e decorazioni interne. Pochi dettagli al termine, un programma ambizioso davanti: quello di riempirlo di contenuti di qualità, a partire da un comitato artistico che sarà protagonista delle iniziative e che sarà responsabile della programmazione con esterni.
Monza, rinasce il teatro di corte: il comitato artistico
L’obiettivo è iniziare ad “abitare” nuovamente il teatro (ribattezzato così, andando oltre il diminutivo) di cui è orfana la città e che ha ospitato nella sua storia, anche la più recente, Carla Fracci e Giorgio Strehler, un giovanissimo Franco Battiato, un altrettanto promettente Stefano Bollani ai quasi esordi, Mario Brunello, Ferruccio Soleri. Cercherà di farlo nel migliore dei modi: intanto con l’orchestra giovanile Canova diretta da Enrico Pagano, che sarà residente al teatro della Reggia; poi con i progetti di Annamaria Onetti, direttrice di DanceHaus più, centro nazionale di produzione della danza; infine Saul Beretta, fondatore e direttore di Musicamorfosi, che la Villa e il suo parco lì conosce da vicino e da tempo.
Sono loro i componenti (a titolo gratuito) del comitato artistico, chiamato a riempire di musica e danza il ritrovato teatro di corte e a coordinare il palinsesto complessivo dello spazio culturale nato per volontà dei francesi da inquilini della Reggia. Il primo passo – anche se altri progetti della Canova, di Musicamorfosi e di DanceHaus sono già pressoché pronti – è una call, una manifestazione di interesse per tornare come già fatto in passato a raccogliere l’impegno dell’associazionismo culturale di Monza e dintorni (la pubblicazione è prevista per martedì 16 gennaio).
Monza, rinasce il teatro di corte: musica e danza
L’orchestra Canova pensa a due direttrici, per ora: il ‘6-700 per la musica da camera (“la più adatta a questi spazi” ha detto il direttore Pagano) e poi il ‘900 e il contemporaneo, mentre l’eclettica Musicamorfosi promette scintille (d’altra parte un tempo proprio al teatro portava la rassegna “Lampi”) e a Monza porterà tra l’altro il progetto “Prodjgi“, dove la prima i è sia normale sia lunga come rimando al jazz, una iniziativa di ampio respiro sostenuta anche dal ministero e da Siae. L’idea, ha ribadito Onetti, è farne uno spazio di “futuro contemporaneo“, che possa intercettare le nuove tangenziali e i talenti dei musica e danza.
Monza, rinasce il teatro di corte: com’è nato e i lavori
I lavori sono stati finanziati tra l’altro con 1,2 milioni di euro del ministero della cultura e con altri 188mila dalla Regione Lombardia. I risparmi nelle gare di appalto hanno permesso di trovare risorse per un ulteriore intervento, il rifacimento di tutti gli infissi, previsto a breve per garantire ancora di più e i restauri e la sicurezza dell’edificio voluto da Eugenio di Beauharnais e Amalia di Baviera, vicerè e viceregina d’Italia nel regno napoleonico, in vista della nascita della prima figlia Giuseppina, che sarebbe un giorno diventata regina di Svezia e Norvegia. Fu allora che lo spazio prima adibito a guardaroba e a cucine al servizio della Reggia diventò un teatro, nei primissimi anni dell’Ottocento.
Un motivo di orgoglio, il lavoro, per il Consorzio e in particolare per il direttore generale Giuseppe Distefano, che con la presentazione del termine dei lavori e la futura programmazione artistica chiude di fatto il suo mandato alla Reggia.