Monza: profughi in via Spallanzani. La Lega: «Ci possono essere terroristi?»

Attacco dei vertici monzesi e lombardi della Lega Nord che, a propostito dei primi profughi che sono stati accolti nel centro di via Spallanzani a Monza, attaccano: «Chi è pronto a scommettere con assoluta certezza che alcuni di loro non siano terroristi?».
Monza: profughi in via Spallanzani. La Lega: «Ci possono essere terroristi?»

«Purtroppo la strage avvenuta in Francia non è servita a nulla. E le imbarazzanti dichiarazioni del vicesindaco di Monza, secondo cui il centro di via Spallanzani non è abbastanza confortevole per accogliere gli immigrati siriani, ne sono la dimostrazione. Ad aggravare la situazione, come se non bastasse, dopo aver mangiato, bevuto e ricaricato il telefono ai siriani è stata indicata la strada per la stazione e se ne sono andati via liberamente. Chi è pronto a scommettere con assoluta certezza che alcuni di loro non siano terroristi? Basta con il finto buonismo e l’immigrazione incontrollata: siamo in guerra e dobbiamo difendere la nostra civiltà».

Lo scrivono in una nota congiunta il segretario della Lega Nord di Monza, Federico Arena e il deputato della Lega Nord, Paolo Grimoldi riferendosi alle tende allestite dalla Protezione civile all’esterno del centro Spallanzani che hanno accolto i primi profughi arrivati in Brianza nel 2015. Sono state, anche se solo per una notte, il rifugio di due gruppi di siriani giunti in due differenti giornate tra Capodanno e l’Epifania e ripartiti dopo essersi, per quel che potevano, ritemprati. Il primo scaglione era formato da 14 uomini, il secondo da 2 uomini, 3 donne e altrettanti bambini. «Si sono rifocillati – spiega il vicesindaco Cherubina Bertola – hanno fatto una doccia, utilizzato i servizi igienici, ricaricato i loro telefonini con la corrente. Poi, il giorno dopo, hanno chiesto indicazioni per raggiungere la stazione e si sono rimessi in viaggio. Mi sento meno a disagio nel pensare che i migranti sono rimasti solo una notte. L’accampamento non è certo una soluzione adeguata per soggiorni più lunghi». Il copione ricalca quello seguito da oltre la metà dei migranti arrivata nella nostra Provincia nell’ultimo anno: considerano l’Italia una tappa di passaggio e puntano ai paesi del Nord Europa dove hanno parenti e amici.