Sarebbero 91 gli interventi chirurgici “sospetti” , tutti tra il 2014 e il 2015, che sono stati individuati dal consulente tecnico della Procura di Monza, professor Antonio Previtera, che il 18 gennaio ha testimoniato al processo che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Monza per il presunto scandalo delle protesi ortopediche “Ceraver” installate al Policlinico di Monza da noti professionisti negli anni tra il 2014 e il 2017.
Secondo l’ortopedico del San Paolo e docente dell’Università di Milano avrebbe esaminato oltre 900 cartelle cliniche e migliaia di radiografie, riscontrando “criticità” in 91 interventi appunto. In verità il periodo di tempo trascorso dall’inizio dell’inchiesta ha portato alla prescrizione di varie contestazioni e sarebbe stato uguale se l’imputazione fosse quella iniziale di lesioni colpose, tuttavia, essendo la vicenda assoggettata alla sospetta corruzione, il processo va avanti.
Monza, presunto scandalo delle protesi ortopediche: l’indagine “Disturbo” della Finanza partita da un esposto
Secondo le accuse della Procura di Monza, i chirurghi Fabio Bestetti, 55 anni di Paderno Dugnano e Marco Valadè 63 anni di Seregno e Claudio Manzini, 63 anni, un luminare nel settore delle protesi al ginocchio oggi attivo alla Clinica Zucchi, avrebbero installato le protesi della casa produttrice francese imputata, in cambio di somme di denaro, viaggi, alberghi pagati, cene, o il diritto a percepire una quota di rimborso per le prestazioni sanitarie eseguite in convenzione col sistema sanitario.
L’inchiesta “Disturbo” della Guardia di Finanza era partita dall’esposto di un medico del Policlinico che segnalava comportamenti ritenuti scorretti. Inizialmente erano andati ai domiciliari Valadè, il commerciale della ditta francese Marco Camnasio e lo stesso Manzini. Marco Valadè e Fabio Bestetti comunque avevano già patteggiato per corruzione pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi, insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese, Denis Panico e alla stessa società per il primo filone dell’inchiesta.
Monza, presunto scandalo delle protesi ortopediche: a processo per accuse di corruzione
A processo per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio è oggi lo stesso Manzini, insieme a tre dirigenti francesi della Ceraver e a Camnasio. Sono finora 22 le parti civili nel procedimento. I medici imputati tuttavia continuano a sostenere di avere agito solo per il bene dei pazienti, e che quelle protesi funzionavano meglio di altre. Anche il Policlinico è costituito responsabile civile. Il dottor Manzini invece, attraverso i suoi legali Lucilla Tassi e Claudio Schiaffino ha sempre respinto le accuse. “Nessun paziente del nostro assistito ha mai avuto complicazioni o altri tipi di problemi a seguito degli interventi”, hanno detto i difensori. Si torna in aula il 31 gennaio.