Monza: presunta truffa da 600mila euro al pallavolista Cazzaniga, sequestro preventivo per due indagate

Sequestro preventivo per circa 74mila euro nei confronti delle due donne che, spacciandosi per una modella brasiliana realmente esistente, avrebbero ottenuto dal pallavolista denaro per circa 15 anni.

Sequestro preventivo per circa 74mila euro – “importo del profitto di truffa non ancora prescritto ai fini penali” – nei confronti delle due donne, una residente in provincia di Monza e la seconda in quella di Cagliari, che avrebbero truffato il giocatore di volley Roberto Cazzaniga, originario di Villasanta e approdato al volley con la Pro Victoria Monza nella seconda metà degli anni Novanta. A procedere sono i militari della Guardia di Finanza di Monza su delega della Procura brianzola. Hanno dato esecuzione a un provvedimento emesso dal Gip finalizzato alla confisca diretta del denaro e di altre disponibilità finanziarie.

Modella brasiliana

Secondo le indagini, avviate dopo una querela dell’atleta, una delle due indagate, residente in Sardegna, con l’aiuto dell’amica brianzola, spacciandosi per una modella brasiliana realmente esistente, avrebbe ottenuto dal pallavolista oltre 600mila euro nel corso di circa 15 anni. Il villasantese sarebbe stato suggestionato dalla convinzione di una relazione sentimentale a distanza. I contatti sarebbero avvenuti soprattutto telefonicamente e la presunta truffatrice avrebbe convinto Cazzaniga di avere necessità di denaro per curarsi da gravi patologie o per superare difficoltà economiche.

Circa 1.400 transazioni

Da accertamenti finanziari e patrimoniali e l’analisi di segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema di prevenzione antiriciclaggio le Fiamme gialle monzesi hanno ricostruito circa 1.400 singole transazioni attraverso le quali il pallavolista avrebbe trasferite “sistematiche somme di denaro” mediante bonifici e ricariche, generalmente di importo variabile tra 200 e 3.000 euro, oltre a acquistare un’automobile.

“Spese voluttuarie”

Somme che sarebbero state usate dalla presunta truffatrice per “spese voluttuarie”. Parte delle somme, circa 90mila euro, sarebbero finite alla complice residente in Brianza e a persone della sfera familiare dell’indagata.