Cambia il liquidatore ma ancora massima incertezza sul futuro dell’azienda. Intanto il 24 dicembre è scaduta la cassa integrazione e la condizione dei 200 lavoratori si fa ancor più precaria.
La situazione della Icar, la storica azienda monzese di condensatori e apparati elettrici di grande potenza, si fa ancora più ingarbugliata. La domanda di amministrazione straordinaria è stata presentata in tribunale, che verosimilmente deciderà con l’anno nuovo. Intanto però i soci dell’azienda hanno nominato un nuovo liquidatore, che i sindacati hanno chiesto di poter incontrare quanto prima. Lunedì 21 dicembre i lavoratori hanno scioperato per otto ore.
«Il cambio di liquidatore – spiega Patricia Lupi della Cgil Fiom Monza Brianza- non favorisce i colloqui. Per ora non abbiamo interlocutori, intanto il lavoro prosegue al 30% e soprattutto senza stipendio da novembre, la situazione è drammatica».
«Non è usuale -rincara Gabriele Fiore della Fim Cisl Monza Brianza Lecco – il cambio di liquidatore in corsa. Il liquidatore precedente aveva preso impegni per la gestione ordinaria. Evidentemente non andava bene ai soci. In tribunale la procedura è avviata. Il giudice dovrà dichiarare lo stato di insolvenza dell’azienda, solo dopo il ministero per lo Sviluppo economico potrà nominare un commissario straordinario».
I tempi insomma sembrano allungarsi , e questo mette in allarme sindacati e lavoratori: «La richiesta per rinnovare la cassa integrazione -prosegue Fiore- dev’essere fatta dal commissario straordinario. Ma l’attuale “cassa” scade alla vigilia di Natale. C’è il rischio insomma che i lavoratori non vedano un euro per diverso tempo, come già da novembre. Lo sciopero di lunedì aveva anche la funzione di spingere per stringere i tempi».