Monza: neonata abbandonata in una scatola, il Cav rilancia il progetto della culla termica

Dopo il caso della neonata abbandonata in una scatola davanti all'ospedale di Monza, il Cav rilancia il progetto della culla termica.
Un neonato in culla
Un neonato in culla

«La mamma che ha lasciato la sua bambina appena nata in una scatola davanti all’ospedale San Gerardo le ha dato la vita due volte: quando ha deciso di tenerla e quando ha scelto di compiere un gesto disperato ma certamente d’amore».

Neonata abbandonata, il Cav: progetto studiato ma mai realizzato

Josetta Grosso, presidente del Centro di aiuto alla vita di Monza, esprime così l’affetto e l’ammirazione per quella mamma, «che ha comunque scelto la vita, nonostante tutto», e riaccende l’attenzione su un progetto studiato diversi anni fa dal Cav, ma mai realizzato: una culla termica per accogliere i bambini abbandonati subito dopo il parto.

Neonata abbandonata, il Cav: avevamo il sostegno di una benefattrice anonima

«Abbiamo provato a portare a Monza una di queste culle già una quindicina di anni fa – racconta – Allora provammo a rivolgerci all’ospedale ma senza riuscire a trovare un luogo idoneo per collocare la culla. Poi venne l’idea di chiedere alle suore, e decidemmo di parlare davvero con tutte le congregazioni femminili presenti in città».

Il luogo scelto per la culla termica doveva trovarsi in un posto facilmente accessibile per le mamme ma sufficientemente riparato per permettere loro di lasciare i loro piccoli senza timore di essere viste. A sostenere economicamente il progetto sarebbe stata la donazione di un’anonima benefattrice, che per prima aveva lanciato alle volontarie del Cav la proposta.

Neonata abbandonata, il Cav: trovato il luogo, vi fu posizionata una telecamera di videosorveglianza

«Avevamo la copertura economica e alla fine si trovò anche il luogo adatto: un angolo della casa madre della Misericordine in centro. Una rientranza sul retro dell’edificio che si affaccia sulla piccolissima via della Signora. Era davvero il luogo ideale. Si sarebbe collegato un allarme direttamente con l’interno della casa delle suore che avevano dato la loro disponibilità ad intervenire immediatamente qualora qualcuno avesse appoggiato un bambino nella culla termica».
Tutte sembrava fatto quando poi venne posizionata una telecamera di videosorveglianza puntata proprio su via della Signora, una stradina di fatto buia e poco frequentata.

«Purtroppo allora non se ne fece nulla, ma la storia di questa piccolina forse è un segno per riprovare a realizzare oggi quel progetto così importante».