La cardiochirurgia dell’ospedale San Gerardo ha salvato la vita di un infartuato grave grazie a macchine d’avanguardia. L’equipe diretta dal professore Giovanni Paolini è ricorsa alla circolazione extracorporea del sangue e ad una pompa meccanica in sostituzione del cuore.
Il paziente, sessantenne colpito da infarto grave, era giunto dall’ospedale di Treviglio. Molto probabilmente se non fosse stato trasportato in un nosocomio con procedure e attrezzature di ultimissima generazione avrebbe avuto poche possibilità di sopravvivere.
“Arrivato al San Gerardo gli è stato impiantato l’Ecmo, macchinario per la circolazione extracorporea del quale il nostro ospedale è centro di riferimento – precisa il professor Giovanni Paolini, direttore della cardiochirurgia del nosocomio cittadino che ha seguito tutte le fasi di questa storia – Una continua e lunga lotta per la vita, ma dopo un mese attaccato ad Ecmo il paziente non dava comunque segnali di miglioramento e ci siamo visti costretti a cambiare procedura di intervento staccandolo da Ecmo e collegandolo a un altro tipo di macchinario, certificato per trattamenti più prolungati nel tempo. Ma anche in questo caso, dopo circa trenta giorni, il paziente non dava segnali di ripresa”.
L’èquipe del professor Paolini comunque non si è arresa, cercando di individuare tutte le strade percorribili per salvare la vita all’uomo. “A quel punto le soluzioni erano due – precisa il primario – O il trapianto di cuore oppure l’impianto di una pompa di assistenza meccanica”. Una soluzione certamente molto costosa per le casse dell’ospedale, ma di vitale importanza per il paziente. Un’apparecchiatura di ultimissima generazione che ha permesso al paziente di tornare a vivere.