Al momento è solo un’idea, una ipotesi che l’amministrazione guidata da Paolo Pilotto sta esplorando: spostare nella villa Fossati e Lamperti di via Casati gli uffici dei Servizi sociali. La soluzione, se fosse praticabile, consentirebbe al Comune di riconvertire l’immobile di sua proprietà che per poco più di una decina di anni è stato la sede di rappresentanza della Prefettura e che nel gennaio 2022 è stato riconsegnato a piazza Trento e Trieste in seguito al trasferimento della residenza del prefetto e degli uffici nel palazzo della Questura in via Montevecchia.
«Sarebbe un sacrilegio non usarla – ha commentato giovedì 12 in consiglio comunale il vicesindaco Egidio Longoni – il trasloco non sarebbe, però, a costo zero». La valutazione, ha precisato nei giorni seguenti, è tuttora in atto: «Stiamo verificando la fattibilità dell’operazione – ha spiegato – dovremmo adattare le stanze a uffici, installare le infrastrutture tecnologiche e abbattere le barriere architettoniche per garantirne l’accessibilità». Se la strada non fosse percorribile, o i costi si rivelassero eccessivi, la giunta potrebbe provare a vendere la villa all’asta a qualche privato interessato ad acquistare una dimora di pregio.
Monza, l’ex Prefettura “sul gobbo” del Comune: com’è andata
La decisione sul futuro della struttura che, come ha affermato lo scorso maggio in consiglio comunale il capogruppo del Partito democratico Angelo Imperatori è rimasta «sul gobbo» al Comune, potrebbe arrivare entro la fine dell’anno: in primavera l’aula ha deliberato tra molti mugugni bipartizan il rimborso alla Prefettura di 3.806.522 euro per le ristrutturazioni effettuate dagli uffici statali per trasformare quella che in origine era l’abitazione del direttore della Fossati e Lamperti in residenza del prefetto, con tanto di appartamento a disposizione del presidente della Repubblica in caso di una sua sosta a Monza.
Monza, l’ex Prefettura “sul gobbo” del Comune: i costi da pagare
Il prezzo dei lavori, in realtà, era ben più salato: 5.900.000 euro ammortizzabili in quarant’anni. La tempistica è, però, saltata nel momento in cui lo Stato ha restituito le chiavi al Comune rivendicando il totale delle somme ancora da versare: prima di pagare l’intera cifra l’ente attenderà l’esito della perizia affidata a un esperto, incaricato di fissare il reale valore del complesso che comprende una dependance un tempo utilizzata come portineria ed è circondato da un giardino.
L’ingresso dei Servizi sociali, o di altri uffici pubblici, segnerebbe l’inizio di una quinta vita per l’edificio di via Casati: l’abitazione del direttore della Fossati e Lamperti, a poche decine di metri da quella che fino agli anni Ottanta è stata una delle più importanti tessiture di Monza, è caduta in degrado dopo la chiusura della ditta. Quando nel 1997 è stata acquistata dal Comune a prezzo stracciato era in condizioni fatiscenti: una volta rimessa in sesto ha ospitato per alcuni anni gli uffici dei giudici di pace, sfrattati dopo l’istituzione della Provincia della Brianza per trasformare la vecchia dimora in sede di rappresentanza della Prefettura monzese.