Monza: le ultime condanne dell’operazione Dedalo che portò a 53 arresti nel giardino dello spaccio

Undici condanne fino a 14 mesi di reclusione tra patteggiamenti e rito abbreviato e nove rinvii a giudizio pronunciati dal Gup del Tribunale di Monza
Una fase dell’operazione antidroga Dedalo

Undici condanne fino a 14 mesi di reclusione tra patteggiamenti e rito abbreviato e nove rinvii a giudizio pronunciati dal Gup del Tribunale di Monza Marco Formentin nei confronti degli ultimi spacciatori, latitanti o coinvolti in misura minore, dell’operazione dell’ottobre del 2020 della Polizia di Stato di Monza denominata “Dedalo”. Con un blitz durato ben 48 ore i poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura, avevano “bonificato” i giardini pubblici di via Azzone Visconti, tra il centro città e la stazione ferroviaria, trasformati una maxi piazza di spaccio, soprattutto marijuana e hashish, e occupati “militarmente” da pusher senza scrupoli.

Operazione Dedalo a Monza: spacciata anche la “Gardella hash”

Il procuratore capo Claudio Gittardi aveva parlato di «massiva attività illegale», di «occupazione militare da parte degli spacciatori di un’area verde, sottratta e oggi restituita alla cittadinanza». Nel corso di un anno di indagine erano state ricostruite: «migliaia di cessioni e detenzioni di stupefacenti, circa quattromila, in pochi mesi» per un valore complessivo quantificabile di almeno mezzo milione. Gli immigrati gambiani, numerosi dei quali richiedenti asilo, gestivano lo smercio di hashish e marijuana e della “Gardella hash”, un mix dei due stupefacenti dall’altissimo principio attivo, per la prima volta sequestrata in città. I marocchini quello di cocaina ed eroina.

Operazione Dedalo a Monza: sequestri di stupefacenti e contanti

Furono sequestrati circa 2 chili di marijuana, 2 etti di hashish e altrettanti di cocaina ed eroina oltre a circa 10mila euro in contanti. Il risultato fu di 61 persone indagate, soprattutto immigrati gambiani e marocchini (un solo italiano), 53 destinatari di misure cautelari. Un primo filone del processo si era concluso con il rito abbreviato e pene fino a 6 anni.