Monza: le lunghe notti intorno al tribunale tra urla, ubriachi e insulti ai carabinieri

Chi può, nel weekend, lascia la città: altrimenti non si dorme intorno al tribunale di Monza. Chi resta racconta di notti riempite da urla, ubriachi, vetri che si spaccano e anche cori di insulti contro i carabinieri.
Gli assembramenti notturni in piazza Garibaldi
Gli assembramenti notturni in piazza Garibaldi

Il coro parte nel cuore della notte, tra domenica e lunedì: “La disoccupazione vi ha dato un bel mestiere…”. E via con il solito finale di insulti all’Arma dei carabinieri, probabilmente, in quel momento, impegnati a lavorare per tenere in sicurezza piazza Garibaldi, ormai da mesi stabilmente al primo posto nella graduatoria della movida turbolenta di Monza.

«Ormai chi vive qui lo riconosci dalle occhiaie», dicono i residenti, «non dormiamo qui». Sfoghi già raccolti dal Cittadino negli ultimi tempi, quando i cittadini, per esempio, raccontarono di conoscere «chi nel fine settimana, si faceva ospitare da amici altrove per riuscire a dormire». Negli ultimi giorni sono arrivati video e foto che mostrano lo stato della piazza del tribunale nelle notti estive all’ombra del Duomo di Teodolinda. La scalinata del palazzo di giustizia diventa luogo di ritrovo e di abbandono indiscriminato di bottiglie e bicchieri, cocktail solitari ancora mezzi pieni.

Finché dura il presidio delle forze dell’ordine, presenti ogni sera per garantire l’ordine pubblico, non ci sono problemi. Ma la notte è lunga e la piazza vive fino quasi all’alba. Ed è soprattutto nei vicoli che il “popolo della notte” dà il peggio di sé. La via e il vicolo Bellani, o via Achille Mapelli, via De Amicis. I segni sono evidenti al mattino. Escrementi, tracce evidenti lasciate da chi ha alzato troppo il gomito, bicchieri, vetri rotti (un tappeto di vetri rotti). Odore rancido di urina.

«Per chi parcheggia la macchina in zona ogni notte è un incubo, non sai quello che trovi la mattina dopo, devi fare lo slalom tra il vomito e i vetri». E poi risse, litigi, urla che rieccheggiano nel silenzio delle stradine comprese tra l’Arengario e la piazza. Bestemmie e insulti sopra un tappeto sonoro di vetri spaccati. Ragazzi e ragazze (sì, moltissime ragazze) completamente fuori controllo.