Monza, l’appello di Unitalsi: aiutateci a salvare la Casa della gioia di Borghetto

L’appello di Unitalsi di Monza per salvare la Casa della gioia di Borghetto Santo Spirito in Liguria: «Abbiamo un disperato bisogno di aiuto per non perderla e rischiare di mettere la parola fine a un’esperienza irripetibile e preziosa» a sostegno dei ragazzi disabili.
La casa Unitalsi a Borghetto Santo Spirito
La casa Unitalsi a Borghetto Santo Spirito Paolo Volonterio

«Mattone su mattone salviamo la nostra casa”. Con questo slogan che è un vero e proprio appello i volontari dell’Unitalsi chiedono l’aiuto ad amici e sostenitori per mettere al sicuro la Casa della gioia di Borghetto Santo Spirito, in Liguria.

«Purtroppo il Covid – 19 non solo ci ha portato via tanti amici preziosi ma ci ha messo letteralmente in ginocchio non avendo potuto fare nulla e ospitare nessuno – spiegano dall’Unitalsi di Monza -. Adesso abbiamo un disperato bisogno di aiuto per non perdere la Casa della gioia, e rischiare di mettere la parola fine a un’esperienza irripetibile e preziosa».

L’appello è quindi corale, rivolto a chiunque abbia a cuore la casa delle vacanze che da decenni accoglie ragazzi disabili, le loro famiglie e i volontari. L’idea proposta è quella di mettere virtualmente in vendita la casa vacanza non alla banca ma agli amici e sostenitori dell’Unitalsi, «a chiunque creda che Borghetto è momento di felicità vera per tanti diversamente abili e di serenità e tranquillità per la loro famiglie», spiegano dal consiglio dell’Unitalsi.

Per ogni mattone da salvare è chiesto un contributo di 50 euro. «Iscriveremo il nome dei nostri benefattori nel Libro d’oro degli amici di Borghetto», assicurano.

I mattoni virtuali possono essere acquistati direttamente nella sede di via Zucchi a Monza o rivolgendosi ai comitati parrocchiali o tramite il bonifico bancario, indicando “mattone della Casa della gioia nella causale (IBAN IT 93 R 0844020400000000028606).

Sarah Valtolina

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.