Dopo la dispersione degli arredi, le casse partite da Monza verso il Quirinale dopo il regicidio, ora ci sono oggetti e mobili appartenuti alla Villa reale che tornano a casa. L’accordo firmato tra il Consorzio della Reggia e la Soprintendenza milanese lo scorso 23 luglio ha sancito che 608 tra arredi e oggetti di cui 203 della cappella di Corte appartengono a Monza. Sono parte di quella collezione necessaria per il riconoscimento della Reggia del Piermarini a museo. L’iter si sta ormai concludendo e l’avallo finale perché la Villa reale rientri nei musei lombardi e quindi nazionali passa anche dalle verifiche del Pirellone.
Monza, la Reggia spogliata si riveste: le casse di legno
Intanto però nei depositi si aprono le casse di legno verde dove tra la paglia ci sono servizi di ceramica, tazze di epoca napoleonica, lampade a olio dai basamenti in ceramica. È tornato a Monza il set da scrittoio di re Umberto: un calamaio, un porta penne, due porta candela, una lampada ad olio. Tornerà negli appartamenti del sovrano, sullo scrittoio dove lavorava quando era a Monza.
Molte le curiosità anche dalla cappella di corte che è stata svuotata di tutte le decorazioni e gli apparati in vista dei prossimi restauri. «Molti degli oggetti – spiega Corrado Beretta, responsabile della valorizzazione – non sono mai stati esposti e sarebbe bello poter organizzare una mostra». Tra le curiosità c’è l’ombrello parasole in seta damascata color latte che il sacerdote della cappella di corte usava durante le processioni in epoca sabauda, un crocifisso ligneo di Brustolon, lo stesso autore delle sedie ora conservate al Quirinale.
Entrare nei depositi della Reggia ha il fascino di scoprire piccoli tesori, un puzzle che si sta ricomponendo. Sono state per esempio recuperate le cornici intorno alla serie di pannelli di seta della Sala degli uccelli, così come alcune piastrelle, probabilmente opera degli studenti di Isia, a raccontare dunque un altro periodo della storia della Reggia.
Monza, la Reggia spogliata si riveste: quadri e non solo

Già restaurati ci sono due paesaggi di Martin Knoller, l’autore di altre due tele raffiguranti i giardini di Villa reale come dovevano essere ai tempi degli arciduchi d’Austria.
Così come è tornato all’antica bellezza il tondo di “Leda e il cigno” che adornava la stanza da letto dell’Imperatore di Germania. Proprio dagli appartamenti degli imperatori di Germania sono arrivati a Monza diversi pezzi tra cui un mobile da toilette e una dormeuse che dovrà essere restaurata. «Per il restauro della dormeuse dell’imperatrice di Germania – prosegue Beretta – vorremmo ricorre all’art bonus. Chiedere quindi un aiuto a uno sponsor che potrà portare in detrazione quanto destinato al restauro».
Tra le opere pittoriche ci sono anche due ritratti di Elena del Montenegro e Vittorio Emanuele III, ma anche una stampa che raffigura Eugenio di Beauharnais che visse la Reggia nel periodo napoleonico come viceré d’Italia. Di grande fascino vedere il meccanismo del grande orologio della facciata sud: è stato pazientemente restaurato con tutti i suoi ingranaggi e i pesi e tornerà a segnare il tempo che passa.
Alcuni dei mobili già restaurati sono stati posizionati nelle sale del percorso di visita, altri dovranno essere restaurati e studiati. Un accordo è già stato siglato con la scuola di restauro di Botticino: i restauratori avranno a disposizione due sale al piano terra e con un affaccio sull’avancorte. I visitatori potranno così vederli all’opera su alcuni degli oggetti che raccontano, ciascuno, una parte della storia bicentenaria della Reggia.