Monza, la prevenzione dove non c’è: il convegno della Lilt

Un confronto per capire dove e come intervenire per raggiungere anche chi resta distante dalla cultura della salute.
Il convegno organizzato dalla Lilt a Monza
Il convegno organizzato dalla Lilt a Monza

Far comprendere l’importanza della prevenzione, intercettare coloro che per motivi diversi non si prendono cura della propria salute, creare sinergie sul territorio per aiutare chi si trova in stato di bisogno. Di questo si è parlato mercoledì pomeriggio a Monza all’incontro “Il diritto alla salute in Brianza costruire reti contro le disuguaglianze” promosso da Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) nell’ambito di un progetto in collaborazione con la Fondazione della comunità di Monza Brianza

Lilt è presente dal 1972 in Brianza (il primo ambulatorio fu aperto in via Lecco, a Monza), e, come ha osservato Daniela Giangreco, responsabile della prevenzione primaria della Lilt, un volontario su sei proviene dal territorio brianteo. Fondamentale anche la presenza degli Ambasciatori della salute per le comunità straniere che promuovono la prevenzione e la salute nelle loro comunità, cercando di raggiungere coloro che hanno più difficoltà di accesso alle cure sanitarie.

Monza, la prevenzione dove non c’è: il bisogno di rete

A Monza dalla fine del 2022 c’è Casa Lilt («una vera e propria casa, un luogo del quale ci si fida» ha sottolineato Luigi Losa, vicepresidente della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza) dove, oltre alla parte dedicata alla salute, c’è un intero piano riservato all’assistenza a 360 gradi: sociale, legale, psicologica, economica. Egidio Riva, assessore al Welfare del Comune di Monza, ha ribadito la necessità di realizzare delle reti sul territorio. «L’ente pubblico porta le sue competenze, esercita un indirizzo politico, ma deve operare in sinergia con le realtà presenti creando un sistema, agendo come un lievito che le fa crescere».

Per Filippo Viganò, presidente Csv Monza Lecco Sondrio, medico promotore di progetti e di prevenzione alla salute rivolti alle comunità, «è importante intervenire dove ci sono le difficoltà» e ha ricordato il caso di un suo giovane paziente, padre di famiglia, che non aveva le possibilità economiche per farsi curare.

Monza, la prevenzione dove non c’è: l’impegno della San Vincenzo

«Nelle famiglie dove il lavoro manca o lo stipendio non è sufficiente per le spese correnti la salute passa in secondo piano» ha rivelato Piergiovanni Bellomi, membro dell’Ufficio di presidenza del consiglio centrale di Monza della Società San Vincenzo De Paoli. I vincenziani hanno intrapreso un percorso che li ha portati all’interno dell’ospedale San Gerardo per intercettare le fragilità dei malati più poveri e ha ottenuto un contributo della Fondazione della comunità di Monza e Brianza per un progetto di promozione della salute tra le persone bisognose. «Anche la solitudine è una condizione che porta a lasciarsi andare e a non prendersi cura di sé» ha aggiunto Lidia Frattallone di Ats Brianza. «La prevenzione si svolge su più livelli  – ha ricordato – la conoscenza, la sensibilizzazione e l’attuazione di progetti per portare le persone a modificare i propri comportamenti. Occorre agganciare chi non ha la cultura delle prevenzione ed educare i bambini sin dai primi anni di scuola, come fa la nostra Ats da anni».