Monza, la pioggia fa bene all’aria I dati del pm10 in calo a gennaio

In questo inizio di 2014 l’aria di Monza ha potuto tirare un sospiro di sollievo, almeno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: sono stati, infatti, 10 i giorni di superamento dei livelli del Pm10 registrati dalla centralina di via Macchiavelli, 6 in meno rispetto al 2013. Il merito è della pioggia.
Monza - L'inquinamento atmosferico causato dai gas di scarico delle auto
Monza – L’inquinamento atmosferico causato dai gas di scarico delle auto archivio

In questo inizio di 2014 l’aria di Monza ha potuto tirare un sospiro di sollievo, almeno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: sono stati, infatti, 10 i giorni di superamento dei livelli del Pm10 registrati dalla centralina di via Macchiavelli, 6 in meno rispetto al 2013. Mentre sono stati 13 i giorni di sforamento dei 50 microgrammi stabiliti dalla legge registrati dalla nuova centralina Arpa, la seconda a Monza, operativa nel Parco dallo scorso 15 febbraio.

Certamente la situazione risulta migliore rispetto al 2013 principalmente per le differenti condizione climatiche, come l’abbondante pioggia caduta nell’ultimo periodo, che ha sollevato dal suolo le polveri sottili.

Mentre l’anno appena trascorso presenta dei valori, addirittura, più che soddisfacenti: nel 2013 sono stati 75 i giorni di sforamento registrati, 21 giorni in meno rispetto al 2012 e ben 42 meno del pessimo 2011, ma ancora molto lontani dai 35 stabiliti dalla legge (limite superato dopo 50 giorni dall’inizio dell’anno). Migliora anche la qualità dell’aria, ovvero le concentrazioni medie annuali delle polveri, che per legge non devono superare i 40 microgrammi (per il Pm10): la centralina Arpa di via Macchiavelli per la prima volta, da quando nel 2006 è “entrata” in azione, è riuscita a rispettare il limite imposto dalla legge, attestandosi a una media pari a 38. La stessa ha registrato una situazione di miglioramento anche rispetto al Pm2,5, assestatosi a una media di 31 microgrammi, contro i 34 del 2012 e i 25 previsti dalle direttive comunitarie, che entreranno in vigore dal 2015.

Il Pm2,5, che a Monza viene “tenuto d’occhio” dal 2009, si differenzia dal “fratello maggiore” per essere più pericoloso per la salute umana, poiché in grado di penetrare più in profondità nell’apparato respiratorio.

Il 2013, tuttavia, è stato l’anno dei record in positivo non solo per Monza, ma per tutta la Lombardia: quasi tutti i capoluoghi, infatti, hanno battuto il proprio record di giorni di sforamento (Lecco è la prima città sotto i 35 giorni consentiti) e delle concentrazioni medie. Trend rispettato anche dalle altre due centraline brianzole: Vimercate si attesta a 43 giorni di sforamento (47 l’anno precedente), mentre Meda – la cui centralina presenta valori inevitabilmente più elevati, poiché collocata vicino a fonti di inquinamento veicolare – registra 101 giorni e 43 microgrammi medi (nel 2012 erano rispettivamente 111 e 45).

Record a parte, la situazione non può essere considerata in termini assolutistici come positiva. Di certo ci sono stati ampi miglioramenti, che saranno amplificati quest’anno con l’introduzione nei condomini dei contabilizzatori di calore (si paga in base al consumo, riducendo di conseguenza i livelli dell’inquinamento), ma c’è ancora molto da fare sia a livello regionale, sia a un livello più ampio su tutta la pianura padana (tra le aree più inquinate d’Europa, dicono le analisi), unendo le forze e le risorse delle varie istituzioni coinvolte.