Monza: la giunta cancella la convenzione per il progetto dei chiosconi

La giunta Allevi ha deciso: rescissa la convenzione con la società Saum che aveva vinto la gara per il progetto “Le rive del Lambro” a Monza. Insomma: l’amministrazione comunale cancella i chiosconi. La vicenda passa in tribunale.
L’unico rendering diffuso sull’aspetto che avrebbero potuto avere i chiosconi
L’unico rendering diffuso sull’aspetto che avrebbero potuto avere i chiosconi Fabrizio Radaelli

Chiosconi addio: il Comune ha deciso di rescindere la convenzione stipulata nel luglio del 2016 con la Saum per la realizzazione del progetto “Rive del Lambro” che prevedeva la posa di tredici gazebo destinati a bar e attività commerciali lungo l’asse che va dai Boschetti alla stazione. Il programma, contestato da negozianti, associazioni culturali e dal centrodestra allora all’opposizione, non è mai partito tanto che il 30 ottobre l’operatore ha presentato ricorso al Tar contro il mancato rilascio dei permessi a costruire deciso dal municipio ad agosto.

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Pochi giorni fa è arrivato il colpo di scena: la giunta Allevi, che di fronte al Tribunale amministrativo si opporrà alle istanze della Saum, è passata al contrattacco e ha avviato l’iter per sciogliere la convenzione. Le motivazioni, e gli appigli a cui si è aggrappata, sono spiegati nella delibera: l’atto del 2016, si legge, precisa che il concessionario «è tenuto» a trasmettere al Comune entro trenta giorni «ogni modificazione intervenuta negli assetti societari, nella struttura d’impresa e negli organismi tecnici e amministrativi». «La mancata comunicazione – prosegue – si configura come cessione del contratto e come tale sanzionata con la risoluzione del medesimo e il risarcimento del danno».

Saum, ricostruisce la delibera, non avrebbe informato il municipio che dal 30 aprile il legale rappresentante è Mattia Micheli «soggetto diverso rispetto a quello che ha sottoscritto la convenzione» e in questo modo «non ha adempiuto all’obbligo previsto». Questa, secondo la giunta, non sarebbe l’unica inadempienza dell’operatore che avrebbe lasciato scadere «il termine di sei mesi dalla stipula» dell’atto prima di chiedere i permessi a costruire incappando in un altro presupposto per la risoluzione del contratto.

Alle questioni giuridiche si somma il cambio di rotta politico: l’amministrazione non è più interessata «al mantenimento della convenzione e alla realizzazione» delle Rive del Lambro.