A Sant’Albino a Monza, in via Giovanni dalle Bande Nere, la Collina dei conigli ha trovato la dimensione giusta per crescere. A tre anni dal trasloco dagli spazi del cortile degli stalloni, all’interno del complesso di Villa Mirabello, nel cuore del parco, la onlus che si occupa del recupero e della riabilitazione di animali da laboratorio conta su una quindicina di volontari attivi.
L’open day di sabato mattina, con cui l’associazione si è aperta al territorio (e a decine di curiosi), ha fornito la giusta occasione per fare il punto sulle attività realizzate.
«Solo nel 2018 – ha commentato Fulvio Fiorio, responsabile del centro di recupero – sono arrivati da noi 2.200 animali: ci occupiamo di ratti, topi, cavie e conigli. Li preleviamo dai laboratori: tanto delle industrie farmaceutiche, quanto delle università. A volte interveniamo anche in caso di sequestri di animali in difficoltà, o abbandonati».
L’attività dell’associazione si basa sulla legge che, dal 1992, stabilisce che gli animali che, dopo le sperimentazioni, siano considerati recuperabili, non debbano essere soppressi.
«Recuperiamo soprattutto ratti e topi – ha proseguito Florio – sono quelli che, ancora oggi, vengono maggiormente utilizzati per test sui farmaci. Quando arrivano da noi devono affrontare una serie di problemi: hanno trascorso la vita in gabbia, senza la possibilità di muoversi liberamente e alimentati in maniera scorretta».
La rieducazione, anche al contatto e alle interazioni con l’uomo, spesso è lunga: «E se i conigli, dopo cani e gatti, rappresentano l’animale da compagnia più diffuso, anche ratti e topolini possono dimostrarsi altrettanto affettuosi», ha precisato Fiorio.
La onlus lancia un appello: «Se qualcuno volesse venire a darci una mano – hanno fatto sapere – ci farebbe davvero piacere. Con i nostri animali siamo impegnati tutti i giorni dell’anno». Per centinaia di topi e ratti che arrivano alla Collina, fondata nel 2005 e con una sede distaccata a Torino, le adozioni purtroppo ancora non riescono a raggiungere numeri così alti: «Consideriamo un’annata fortunata – hanno aggiunto ancora i volontari – quella in cui vengono adottati una cinquantina di animali. Di fronte ai ratti e ai topolini c’è ancora qualche pregiudizio: sbagliato, però, perché chi adotta un ratto, poi, non riesce più a farne a meno».
Ogni specie, una particolare caratteristica comportamentale: «Molti non sanno che la struttura sociale dei ratti è assolutamente attenta alle esigenze dei più deboli del gruppo, che vengono presi in carico dagli altri membri – ha raccontato Fiorio, 37 anni, di professione pet sitter – Le cavie, invece, danno vita a una sorta di harem: un maschio si circonda di tre, quattro femmine, con il preciso intento di difenderle. E se i conigli sono paragonabili a dei gatti, anche per modalità interazione con gli esseri umani, i topolini si adattano bene ai bambini che desiderano avvicinarsi alla cura di un animale: sono estremamente socievoli».
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