Tre mesi fa era stata la volta di un tunisino 14enne che per una settimana, prima di essere salvato dagli agenti monzesi aveva vissuto in stazione, aiutato, a suo dire, soltanto da un marocchino più o meno nelle medesime condizioni di indigenza.
Lunedì, pomeriggio, un 16enne, questa volta di nazionalità albanese, anche lui allo stremo e senza un posto dove mangiare e dormire, ha chiesto aiuto direttamente al comando della polizia locale di via Marsala. Denutrito e con addosso soltanto una t-shirt ha suonato al campanello della polizia.
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Una volta al caldo e rifocillato ha avuto il coraggio di raccontare la sua disavventura. Per riuscire a comprendere le sue parole gli agenti che gli hanno prestato assistenza, il commissario Ivano Bassani e l’agente Maria Paola Spatari, si sono dovuti affidare alla tecnologia: il racconto del minorenne, che non parla né comprende l’italiano, è stato tradotto in simultanea attraverso “Google translator”.
Il freddo processore del pc ha restituito le drammatiche parole di un viaggio della speranza. Il ragazzo ha raccontato di aver lasciato da solo il suo Paese dove viveva con una famiglia poverissima per cercare fortuna o almeno una vita un po’ più dignitosa degli stenti ai quali era abituato. Si è imbarcato su un traghetto ed è giunto a Bari alla vigilia di Natale. Da allora ha vagato per la Penisola nutrendosi con quanto trovato nei cassonetti dei rifiuti e dormendo sotto i ponti e nelle stazioni ferroviarie. Giornate terribili.
Una volta giunto a Monza, provato dalla fame e dal freddo, vestito solo con una maglietta e in possesso unicamente del passaporto ha deciso di chiedere aiuto alle autorità.
Raggiunto il comando di via Marsala è stato rifocillato e vestito con abiti caldi recuperati dagli agenti che hanno preso a cuore le sorti del giovane straniero. A quel punto hanno contattato i servizi sociali del comune. Il 16enne è stato affidato alle cure del centro accoglienza “Cooperativa Mille Soli” di via Torti.
Una vicenda finita fortunatamente al meglio che ricorda quella accaduta lo scorso ottobre quando gli stessi agenti monzesi si ritrovarono a soccorrere un 14enne tunisino che da alcuni giorni vagava per la stazione ferroviaria senza un posto dove dormire né denaro per mangiare.
L’unico aiuto, aveva raccontato, l’aveva ottenuto da un marocchino, spiantato quanto lui ma che gli aveva dato 20 euro per comprare qualcosa da mangiare. Anche lui non parlava l’italiano e la sua storia era stata raccontata da un traduttore prima dell’accoglienza all’istituto Mamma Rita.