Titolo: l’eterno ingorgo di viale Lombardia a Monza e dintorni. Sottotitolo: quando i semafori che regolano l’uscita da San Fruttuoso restano rossi anche per otto o dieci minuti di fila. Lo svolgimento segue linee guida prevedibili: quelle di un traffico che si srotola all’indietro, lungo via della Taccona, fino a ben oltre il castello di villa Torneamento e, parallelamente, lungo via del Tiro a segno, oltre l’incrocio con via Po. Perché, mentre quei semafori proprio sembrano non avere l’intenzione di scattare, auto e camion continuano a incolonnarsi inesorabili uno dietro l’altro. Chi si arriva in fondo alla fila non ha idea del tempo che si troverà costretto a investire immobile e incolonnato, mentre chi si trova in mezzo, con una distesa di auto davanti e una fila di mezzi alle sue spalle, finisce in fretta per sentirsi un po’ perplesso. Attoniti invece gli automobilisti che a fatica sono arrivati in prossimità degli incroci e che vedono il segnale di via libera per tutti quelli che lo attraversano provenendo da altre direzioni, mentre loro restano fermi.
Ad esempio scatta il verde per chi proviene da via Vittorio Veneto, scatta il verde per chi percorre il vialone in direzione della Brianza e per chi si sposta verso Milano. Ma per chi arriva dalla Taccona il colore tanto atteso si manifesta a singhiozzo e arriva anche dopo tre, quattro tornate altrui. Un fenomeno che si verifica a intermittenza già da qualche tempo e che è presto rimbalzato anche sui social e che dipenderebbe dalla rilevazione, da parte dei sensori, delle auto ferme. Capita, così, che se il sensore non si accorge dell’auto nei pressi della linea di arresto, il semaforo non si sblocca – anche se di auto incolonnate ce ne sono parecchie. È successo, ad esempio, anche lo scorso martedì mattina, poco prima delle 9, quando automobilisti e motociclisti al semaforo della Taccona hanno aspettato otto minuti per oltrepassare il vialone.
E non tutti hanno reagito all’attesa nello stesso modo: c’è stato chi ha perso la pazienza e si è attaccato al clacson e chi, avendola persa ma preferendo risolvere il problema in maniera operativa, ha fatto inversione a u in mezzo alla strada e ha cambiato percorso per cercare di recuperare parte del ritardo ormai accumulato.
C’è stato anche chi, habitué dell’incrocio, ha abbassato il finestrino per raccontare il problema ai suoi compagni di fila e di tempo perduto. Qualcun altro, invece, in mancanza d’altro, è passato comunque, ma con il verde dei pedoni: un comportamento pericoloso (e illecito) che è andato ad aggiungersi alla serie di altre soluzioni improvvisate che cercano di sopperire alcune datate criticità viabilistiche della Statale 36 – due su tutte: il numero ridotto di svolte a sinistra per chi proviene da Milano e, allo stesso modo, di svolte a destra per chi arriva dalla Brianza. Capita così, ad esempio, che ulteriori rallentamenti in superficie, nel tratto di vialone che scorre sopra il tunnel tra Triante e San Fruttuoso siano causati dalle auto che, in direzione Milano, nonostante i cartelli di divieto, svoltano comunque a sinistra in via Vittorio Veneto o, addirittura in contromano, in via Emanuele Filiberto.
«Gli impianti funzionano correttamente – ha spiegato l’assessore alla Mobilità Federico Arena – Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni e li abbiamo fatti subito controllare. I problemi si verificano quando gli automobilisti si fermano troppo prima o troppo dopo la linea di arresto: in quei casi non parte la chiamata. Bisogna fermarsi in prossimità della linea, come del resto stabilisce il codice della strada».
L’assessore anticipa che a breve viale Lombardia potrà contare su alcuni nuovi impianti in grado regolare al meglio «gli importanti flussi di traffico che percorrono l’arteria».