Monza, il Libro bianco dei comitati cittadini sul pgt: «Ecco la città che vorremmo»

I comitati cittadini presentano la Monza che vorrebbero: più verde, recupero delle aree dismesse senza aumentare le volumetrie, più studi e soluzioni nel settore della viabilità e dei servizi, meno piani attuativi. E soprattutto giù le mani dal parco. La risposta dell’assessore.
Monza
Monza Radaelli Fabrizio

I comitati cittadini presentano la Monza che vorrebbero: più verde, recupero delle aree dismesse senza aumentare le volumetrie, più studi e soluzioni nel settore della viabilità e dei servizi, meno piani attuativi. E soprattutto giù le mani dal parco.

Questo, in sintesi, quanto richiesto mercoledì sera all’Urban Center dai comitati cittadini che hanno realizzato e presentato il “Libro bianco sulla città” un documento che analizza e spiega con un linguaggio semplice il Piano generale del territorio, sollevando problematiche e proponendo alternative. Suddivisi per rioni i portavoce dei gruppi hanno illustrato le criticità di ogni quartiere.
A Sant’Albino
lamentano lo stop del Pgt che dovrebbe lanciare il progetto del parco del riciclo chiedendo la salvaguardia delle aree agricole esistenti, lo smantellamento di quelle provvisorie o illegali e la creazione di fasce di rispetto boscate. A San Donato, invece, sollevano il problema del recupero delle aree dimesse con l’aumento delle volumetrie con un’attenzione particolare a fabbriche dismesse come per esempio la Fossati Lamperti e la paura che con la costruzione i nuove case e l’arrivo di nuove famiglie quartieri già altamente abitati rischino il collasso sia da un punto di vista viabilistico che di offerta dei servizi.
Il Comitato Parco, infine, ritorna all’attacco sul fronte dell’abbattimento delle sopraelevate dell’autodromo.

«Fermate i piani attuativi e salvate le ultime aree verdi e libere – hanno commentato i promotori alla fine della serata – Il Pgt è stato presentato nel luglio del 2012 ma non ha ancora visto la luce».

Alla serata era presente anche l’assessore all’Urbanistica Claudio Colombo che però, al momento della discussione, ha abbandonato la sala non sottraendosi comunque al confronto con la stampa.
«Il documento presenta spunti interessanti e ne apprezzo lo sforzo – commenta – Alcuni aspetti non li condivido e comunque ricordo ai cittadini che da settembre ad oggi abbiamo bocciato 5 piani attuativi, tutti su aree libere. Sul tema dell’aumento delle volumetrie ricordo che Monza è la terza città della Lombardia e può ambire a una densificazione garantendo buoni collegamenti, tra i quali anche la metropolitana. Ritengo che su questo argomento ci sia una paura eccessiva. Infine tra le attività di recupero abbiano prestato attenzione anche alla realizzazione di case in edilizia convenzionata andando incontro al disagio sociale».