Fiato sospeso. Sguardo attento, al cielo e al fiume. Novembre è iniziato col sole e c’è da sperare che non si metta a piovere. Non tanto come l’anno scorso, almeno. O come nel 2002. Il ricordo delle ultime esondazioni del Lambro è vivo nella mente di tutti.
IlCittadinoMb sul Lambro
Un anno fa, tra il 12 e il 16 novembre, piogge eccezionali hanno flagellato per ore l’intera Lombardia. La situazione, critica fin da subito, era degenerata durante la giornata del 15: nel corso del pomeriggio e della sera di quel sabato d’acqua il fiume è esondato nei comuni di Briosco, Triuggio, Brugherio e Monza. Allo stesso modo si era comportato il Seveso, fuoriuscendo dagli argini a Bovisio Masciago, Varedo e Lentate sul Seveso. Sono passati dodici mesi da quei momenti. E ne sono trascorsi sette da quando, nel corso di una serata aperta al pubblico all’Urban Center di via Turati, è stato presentato il piano di interventi finanziati con il milione di euro messo a disposizione da regione Lombardia nell’ambito dell’accordo che l’amministrazione comunale ha firmato nel luglio del 2014 con Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po.
I lavori sarebbero dovuti partire entro un paio di mesi da quell’incontro, durare un anno e concludersi nell’inverno del 2016. I lavori, ad oggi, non sono ancora iniziati. E la domanda che tutti si fanno è una, e semplice. Se dovesse succedere di nuovo, la città riuscirebbe, una volta di più, a tenere a bada il suo fiume?
«Abbiamo lavorato a lungo con Aipo – ha spiegato l’assessore alla Sicurezza Paolo Confalonieri – per studiare al meglio le strategie di messa in sicurezza della città, nel tratto attraversato dal Lambro».
Ora, finalmente, è tutto pronto: «Il bando per l’appalto dei lavori sarà pubblicato entro la fine dell’anno», ha annunciato l’assessore. Nel piano rientrano tre diverse tipologie di interventi. Si metterà in sicurezza l’area delle Grazie Vecchie: un muro contenitivo andrà a sostituire la cancellata che ora si trova davanti al santuario. Contemporaneamente si innalzeranno anche gli argini in via Cantore e in via Filzi: quando il fiume esonda, inizia a fuoriuscire dagli argini proprio in quelle zone. In pieno centro, invece, si interverrà dove Lambro e Lambretto si ricongiungono, nell’area dell’oasi che a lungo è stata curata da Legambiente: si migliorerà il deflusso delle acque, ora rallentato dalla presenza di una traversa utile, in passato, a incanalare l’acqua verso le fabbriche della zona.
Si interverrà anche per riparare le situazioni di criticità che si sono formate lungo spalto Piodo e spalto Santa Maddalena. Il terzo intervento si concentrerà sulla parte terminale del fiume, all’altezza di San Rocco e San Donato, e prevede la ripulitura dell’alveo e delle sue sponde. «Nel corso dell’anno – precisa Confalonieri – Abbiamo mantenuto rapporti costanti tanto con Aipo, in particolare con Marco Mancini, l’ingegnere idraulico e docente del politecnico progettista dei lavori a Monza, quanto con i tecnici di regione Lombardia: l’equilibrio del fiume è molto delicato. Ora più che mai questo è chiaro a tutti».