Ci sono fatti di cronaca che passano sotto silenzio o che vengono trattati in modo superficiale. Il giornalista Gianluigi Nuzzi, conduttore della trasmissione “Quarto Grado”, in onda settimanalmente su Rete Quattro, invece, è profondamente convinto che “raccontare fa bene”. Con un’accurata indagine decennale è riuscito, non senza difficoltà (“adesso con Papa Francesco il clima è cambiato”), a squarciare silenzi imbarazzanti nei suoi cinque libri dedicati ai segreti del Vaticano.
E ora ha deciso di rompere una nuova “bolla” raccontando episodi che hanno visto protagoniste donne, spesso giovanissime, “trattate bambole di pezza”, nel suo ultimo libro “I predatori (tra noi). Soldi, droga, stupri: la deriva barbarica degli italiani”, edito da Rizzoli.
Gianluigi Nuzzi al Manzoni 16 di Monza
Nuzzi, introdotto dal consigliere provinciale brianzolo Nicolas Monguzzi e stimolato dalle domande del direttore del Cittadino Cristiano Puglisi, si è soffermato martedì sera al Manzoni 16 Spazio Eventi su alcuni aspetti del “fenomeno predatorio”.
“Vi è un sommerso incredibile – ha sottolineato il giornalista – l’80% delle donne non denuncia. Donne lasciate sole, quando, invece, avrebbero bisogno di un supporto psicologico, di un aiuto economico, di un’attenzione a 360 gradi”.
Gianluigi Nuzzi a Monza: chi sono i predatori?
Ma chi è il predatore? “È una persona affabile, simpatica, ben inserita nella società, spesso molto facoltosa, circondata da amici altrettanto facoltosi e con ottime posizioni lavorative. Si nasconde dietro la facciata di un manager di successo, di un imprenditore che svolge colloqui di lavoro. È un insospettabile del quale non avresti nulla da temere”.
Eppure, una volta calata la maschera, è un carnefice spietato, che non dimostra alcuna forma di rispetto nei confronti delle sue vittime che vengono sottoposte alle violenze più impensabili, “stordite da droghe che abbassano le loro difese e cancellano la loro memoria. Le ragazze si risvegliano piene di lividi senza comprenderne il motivo, ma delle droghe non rimane alcuna traccia perché il corpo riesce a smaltirle dopo 24 ore”.
I predatori sono abili affabulatori, capaci di studiare le fragilità altrui. Su questo punto Nuzzi mette in guardia sui pericoli dei social che costituiscono “una risorsa infinita e gratuita dalla quale è possibile attingere ogni sorta di informazione”.
Gianluigi Nuzzi a Monza: le cause del fenomeno predatorio
Spesso il predatore ha avuto cattivi rapporti con la famiglia di origine e persino con il denaro.
“Il tanto denaro guadagnato in tempi brevi ha effetti destabilizzanti – ha spiegato Nuzzi – ma c’è anche chi non è soddisfatto di ciò che ha e fa credere di avere molto di più”.
Nuzzi non propone soluzioni ma è fermamente convinto dell’importanza “di agire prima”.
“Le forze dell’ordine sono una sorta di pronto soccorso – ha concluso – Occorre intervenire a priori, ad esempio con controlli più serrati nella vendita dei farmaci e con la possibilità di disporre delle immagini delle telecamere per più giorni senza che vengano cancellate per motivi di privacy”.