Ormai è partito il conto alla rovescia. Ma, per scaramanzia, si aspetta a brindare, fino a quando il nastro non verrà tagliato e i primi pedoni e ciclisti attraverseranno il sottopasso di via Bergamo. Ma nel borgo, intanto, residenti e commercianti attendono con ansia e carichi di aspettative l’inaugurazione fissata per sabato mattina, alle 11.30.
E sono soprattutto i negozianti ad attendere l’evento, dopo avere subito e sopportato i disagi del lungo cantiere. Soprattutto quelli che hanno le loro attività al confine con la ferrovia.
«È stata una sofferenza – commenta Giuseppe Reale del bar accanto al cantiere – Anche se ho aperto da oltre due anni posso dire che la vera inaugurazione anche per me arriverà solo sabato». Reale è stato una delle sentinelle del cantiere e ormai a poche ore dall’inaugurazione riferisce di pericolosi passaggi.
«Malgrado le transenne quando gli operai terminano la giornata diverse persone attraversano il sottopasso – riferisce – Soprattutto extracomunitari, per evitare il lungo giro fino al sottopasso di via Rota Grassi. Speriamo che in queste ultime ora nessuno si faccia male, prima che il cantiere venga nuovamente bloccato».
A cantare vittoria anche Angelo Boffi, membro del Comitato Amati che da dieci anni sostiene la necessità di quest’opera. «Sono contentissimo – commenta – è da anni che attendiamo l’apertura di questo sottopasso, per il quale abbiamo raccolto mille firme. Finalmente la nostra vita cambierà».
Perché i disagi subiti in questi anni sono ancora vivi nella mente dei residenti. «Riuscirò ad arrivare prima a casa – commenta Federica Gerola – Prima ci mettevo venti minuti, da sabato la metà. Hanno fatto un bel lavoro, creando più passaggio. Per fortuna pedonale e non veicolare». Dello stesso avviso anche Antonello Beretta, che da anni vive nel rione. «È un grande evento per tutta la città – afferma – I residenti di via Amati finalmente non rimarranno più isolati dal resto di Monza. Ci hanno messo tanto tempo a ultimare il lavoro, ma ne è valsa la pena».
Felici anche alcuni giovani ristoratori di via Bergamo , diventata ormai la strada della movida e dei locali. «Negli anni del cantiere non c’è stato più passaggio con danni soprattutto per gli incassi del giorno – commentano Massimiliano Firenze e Giuseppe Landi – Per fortuna in parte siamo riusciti a resistere grazie agli incassi serali. Purtroppo in via Bergamo di mattina non c’è anima viva, adesso con la riapertura del sottopasso ci auguriamo di lavorare anche durante la giornata».
E c’è anche chi i disagi li ha subiti solo di striscio avendo inaugurato il ristorante a novembre. «Sono certo che con la riapertura del sottopasso ci sarà un incremento di clienti anche la sera – aggiunge Gianfranco Socco – Infatti molti lamentano la mancanza di parcheggi e quello a pagamento di via Sanzio non viene molto utilizzato, soprattutto dalle donne, che temono spiacevoli incontri. Invece adesso, grazie al sottopasso, sarà possibile utilizzare anche le vie del rione Amati e raggiungere in un batter d’occhio i locali di via Bergamo».
Ma c’è chi non gioisce. «Gli amministratori ci hanno preso in giro – tuona Enzo Di Giacomo, storico negoziante – Lavori che dovevano durare sei mesi si sono prorogati per tre anni e mezzo. Tanti disagi, perdite del 70 per cento ma le tasse le abbiamo ugualmente dovuto pagare. Ho perso migliaia di euro e con la riapertura del sottopasso non mi voglio illudere che la situazione tornerà come prima».
Un po’ di storia. Il sottopasso è un’opera che da una decina di anni viene sollecitata dal Comitato Amati, per risolvere definitivamente il problema delle lunghe attese al passaggio a livello che si prolungavano anche per quarantacinque minuti. Attese che per quattro monzesi si sono rivelate fatali. Infatti, non attendendo l’alzata delle sbarre hanno attraversato i binari finendo falciati dai treni. Anche in seguito a quelle morti il comitato di quartiere ha attivato una raccolta di firme, raccogliendone oltre un migliaio e sollecitando prima la Giunta Mariani e poi quella Scanagatti per l’avvio dei lavori di quel sottopasso che avrebbe collegato la zona est della città al centro, risolvendo perciò il problema delle lunghe attese di ciclisti e pedoni.
Il cantiere è partito nel febbraio 2012 con una spesa di 4 milioni e 500mila euro e una tempistica che prevedeva 5 mesi di lavori per lo spostamento dei sottoservizi e 470 giorni dall’avvio dell’opera. La prima fase dei lavori si è conclusa a dicembre del 2012 con gli interventi di spostamento dei sottoservizi. Poi è partita la vera e propria fase cantieristica con la realizzazione del tunnel per mano degli operai di un’azienda privata incaricata direttamente dalla Rete ferroviaria italiana. Un lavoro ben presto interrotto a causa di errori di progettazione che posizionavano l’ascensore riservato ai diversamente abili proprio davanti all’ingresso di una casa privata. Dopo lo stop dei lavori con le critiche e le preoccupazioni dei residenti e dei negozianti che si vedevano ulteriormente slittare l’apertura del varco, gli operai sono tornati all’opera.
Con costanti rallentamenti soprattutto nel 2014 quando venne più volte annunciato il taglio del nastro prima alla fine dell’estate, poi per Natale e infine per Pasqua 2015. Fino alla data ufficiale del 18 aprile. Ritardi, questi ultimi, dovuti alle intemperie con un’estate particolarmente piovosa, ulteriori lavori di posa, posizionamento dei grossi pali con la necessità di lavorare anche nel cuore della notte.