Monza, il congresso di Forza Italia: gli inquilini sempre quelli, chi cambia scala, chi finge di abitare lì

Sabato a Monza il congresso di Forza Italia: salvo ribaltoni stile Sanremo 1995 Giuliano Ghezzi sarà eletto segretario cittadino
Arcore Forza Italia primo anniversario morte Berlusconi
Arcore Forza Italia primo anniversario morte Berlusconi

A meno di miracoli o di ribaltoni in stile Sanremo 1995, sabato, Giuliano Ghezzi verrà eletto segretario cittadino di Forza Italia. Succederà a sé stesso, con la stessa sorpresa con cui la carbonara ti arriva con la pancetta invece del guanciale: nessuna. Piatto scontato. Il congresso si terrà nella sempre elegante “Sala Bella” del liceo Dehon, che qualche volta funge da location prediletta per partiti alla ricerca di gloria perduta e qualche presa elettrica funzionante. Tra i tesserati monzesi, in pochi ricordano l’ultima vera assemblea di partito. Si dice che ci fosse ancora Tele+ e che Al Bano e Romina fossero ancora insieme.

Monza, il congresso di Forza Italia: per decenni eventi mitologici

Per decenni, i congressi di Forza Italia sono stati eventi più mitologici del mostro di Loch Ness. Tutti ne parlano, nessuno lo vede. In effetti, Ghezzi, da bravo azzurro, è in pista dal 2018, quando fu nominato (non eletto, ma questi sono dettagli da radical chic) a capo del coordinamento dopo l’uscita di scena di Domenico Riga. Da allora, ha fatto del “sempre presente” una filosofia politica. Un uomo che, più che guidare un partito, lo accompagna con la pazienza di un parroco di campagna. Ha visto Forza Italia salire come la panna montata e crollare con la stessa rapidità di una maionese impazzita, ritrovandosi a gestire una squadra in cui i titolari passano il tempo a inviare curriculum vitae agli altri partiti. L’elezione del 2022 ha regalato un piccolo sussulto inaspettato, che ha fatto esclamare ai nostalgici “torniamo!” e agli scettici “ancora?”.

Monza, il congresso di Forza Italia: nel frattempo sono scappati in tanti

Ma nel frattempo sono scappati in tanti. L’ex sindaco Dario Allevi è finito tra i patrioti di Giorgia Meloni. Martina Sassoli e Francesco Cirillo sono volati tra i “Moderati”. Forza Italia, in città, oggi è un po’ come un juke-box in una stazione di provincia. Ancora in piedi, ma nessuno sa bene chi lo stia ricaricando con i dischi 45 giri. Si parlerà del 2027, delle amministrative, del centrodestra unito.

Un po’ come si parla ogni anno del ponte sullo Stretto. Con passione, ma senza ruspe. In realtà, sarà più una riunione condominiale che una convention politica. Gli inquilini sono sempre quelli, qualcuno ha cambiato scala, altri fanno finta di abitare lì. La “Sala Bella”, già ex ballo per aristocratici, diventerà per un giorno il teatro della resistenza azzurra, tra buffet a base di pizzette fredde e discorsi che evocano le glorie passate come se ci fosse ancora Emilio Fede al Tg4. Ghezzi ci sarà, come c’è sempre stato. Lui non si sposta, non molla, non tuona: resiste. Tipo le poltrone in finta pelle degli anni ’90. Nessuno le desidera, ma quando ci sono, ti ci siedi lo stesso…

Gli autori

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.