Concorso sospeso, in attesa del completamento delle verifiche, e una richiesta che arriva dal direttore generale del Comune di erogare a carico del comandante Pietro Romualdo Vergante la massima sanzione applicabile del caso. Sono queste le novità delle ultime ore sulla bufera che ha travolto i vertici della polizia locale. Nell’attesa che i componenti delle commissioni disciplinari esaminino le posizioni – per due casi differenti – del comandante stesso e del vice Antonio Di Tommaso, si delinea grado per grado la linea sposata dall’Amministrazione. Che comincia proprio dal concorso per reclute vinto a inizio luglio, con il miglior punteggio, dal figlio della compagna del numero uno di via Marsala.
Il Caso
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Nei giorni scorsi una perizia legale richiesta dalla dirigenza del personale è stata depositata in Comune. La misura era stata giustificata dalle preoccupazioni relative a un eventuale annullamento del concorso stesso e alla prevedibile pioggia di ricorsi che sarebbe potuta arrivare dai sei vincitori. Ora l’ultima parola è sospensione. Una misura che congela la situazione fino a totale chiarimento. Questo anche nonostante le dimissioni del comandante, sancite dalla determina del 16 aprile scorso, dalla commissione giudicante del concorso prima che questa entrasse in funzione.
Di certo la tensione non è svanita tra il Palazzo e il comando e non si segnalano incontri, ufficiali o ufficiosi, tra il sindaco e il comandante. Questione, anche di opportunità, visto che su entrambi i casi unico organo titolato ad esprimersi sarà, appunto, la disciplinare.
Nel frattempo però, chiarissima è la posizione del direttore generale, Pasquale Criscuolo, che ha formulato in questi giorni una richiesta di “attivazione della procedura disciplinare a carico del Comandante Vergante funzionale all’irrigazione della massima sanzione applicabile in simili fattispecie, ai sensi della normativa in vigore”.
Nell’attesa di fare chiarezza sul caso, la preoccupazione permane. E porta con sé risvolti fortemente politici. Inevitabili in questi casi. L’assenza di comunicazione da parte del comandante sulla presenza del figlio al concorso per reclute, circostanza di cui era all’oscuro l’esecutivo a cominciare dall’assessore alla partita Federico Arena, è forse una delle spine che maggiormente pungono l’amministrazione, che proprio sul rapporto fra comando e giunta aveva puntato le sue carte. Una lacuna che rappresenta un vulnus nel fianco del governo cittadino. Resta nelle mani della disciplinare anche il secondo caso esploso la scorsa settimana e che riguarda il vicecomandante Di Tommaso relativo alla trasferta ufficiale a Torino di una delegazione di vigili in occasione del funerale del padre della compagna del comandante, persona risultata non legata direttamente alla città di Monza. Anche in questo caso sarà la commissione a occuparsene e a valutare le conseguenze sia professionali sia potenzialmente legali del caso. Le audizioni di comandante e vice dovrebbero svolgersi nel mese di agosto.