Covid, long Covid, batteri antibiotico-resistenti e intelligenza artificiale come alleato prezioso nella gestione degli eventi pandemici. Di questo si parla oggi e domani a Milano nel convegno “Acta Reboot 2024” che riunisce i principali esperti nazionali di malattie infettive. Tra i promotori Paolo Bonfanti, direttore del reparto di malattie infettive al San Gerardo che anticipa al Cittadino alcuni contenuti del convegno.
Monza, i misteri del long Covid: malattia invalidante
In primis il Covid che continua a circolare: «Non abbiamo mai smesso – dice – di avere tre o quattro persone ricoverate per polmoniti da Covid, a parte una breve pausa all’inizio dell’estate. Ora il Covid circola molto, ma in terapia intensiva non va più nessuno. L’invito è però a vaccinarsi, soprattutto per gli anziani e i più fragili». Il long Covid, cioè le conseguenze a lungo termine, è invece una patologia di cui ancora si conosce poco, ma che si stima abbia colpito l’1,3% di chi ha avuto il Covid durante i mesi di picco della pandemia.
«Inizialmente le sequele del Covid riguardavano difficoltà respiratorie – spiega Bonfanti – oggi invece è una malattia invalidante con astenia cronica e conseguenze neurologiche come la difficoltà di memoria e di concentrazione che possono impedire una normale attività lavorativa». L’ambulatorio pluridisciplinare aperto tra i primi a Monza e che ha seguito in tre anni circa 800 tra i pazienti ricoverati per Covid ora ha chiuso da qualche mese. «Quasi tutti gli ambulatori hanno chiuso – spiega Bonfanti – i pazienti ora si rivolgono direttamente agli specialisti, ma noi contiamo di riaprire all’inizio dell’anno non solo per i pazienti che sono stati ricoverati da noi, ma per tutti. È stata tolta l’esenzione e si dovrà pagare il ticket, ma stiamo lavorando a un tavolo tecnico in Regione anche sul tema delle risorse».
Monza, la possibile nuova pandemia: i batteri multiresistenti
Un’altra forma di monitoraggio introdotto in Lombardia è il sistema di sorveglianza per tutti i virus respiratori che arrivano nei pronto soccorso: se un paziente arriva in Ps con infezione alle vie aeree – spiega Bonfanti – entra nel database Influnews che serve a noi operatori e ricercatori per capire quali virus respiratori stanno circolando ora.
Altro tema al centro del convegno sono i rischi di pandemia da batteri multiresistenti: «La crescente diffusione di batteri multiresistenti – prosegue Bonfanti – rappresenta una minaccia globale. Secondo le stime, si prevede che entro il 2050 ben 50 milioni di persone potrebbero perdere la vita a causa di microrganismi resistenti agli antibiotici». L’anomalia in questo caso è rappresentata dall’Italia che tra i Paesi del G7 è fanalino di coda e ha livelli di resistenza simili a quelli dei paesi in via di sviluppo.
«Paghiamo anni di uso inappropriato degli antibiotici – prosegue Bonfanti – noi medici dobbiamo fare il mea culpa e dobbiamo tornare a fare cultura nelle scuole di medicina perché si insegni a tutti come usare gli antibiotici. Tra le cause c’è anche l’abitudine italiana all’automedicazione, ma conta anche molto ciò che mangiamo perché gli antibiotici si trovano anche nella carne proveniente da allevamenti intesivi». Oggi i microorganismi multiresistenti vivono in pazienti che hanno assimilato molti antibiotici, che hanno fatto dentro e fuori dagli ospedali. I casi più diffusi sono le infezioni dei siti chirurgici, le infezioni alle vie urinarie e le polmoniti post ricovero.
Il terzo tema di grande attualità è quello dell’intelligenza artificiale in medicina: «Parliamo di come l’IA può aiutarci a cogliere i primi segnali di un nuovo evento pandemico. Si tratta di un sistema di raccolta dati globale a cui partecipa anche Regione Lombardia. Nel caso del Covid 19 i segnali ci sono stati, ma non avevamo gli strumenti per coglierli».