Monza, i giochi di un tempo al Memb: un Paese dei balocchi in mostra al Mulino Colombo

È dedicata ai giocattoli dei bambini di un tempo la mostra del Museo etnologico di Monza e Brianza che si inaugura il 30 novembre.
Monza giochi d'antan Memb: il piccolo altare con candelabri a acquasantiera - foto Radaelli
Monza giochi d’antan Memb: il piccolo altare con candelabri a acquasantiera – foto Radaelli

Non poteva che essere dedicata ai giocattoli dei bambini di un tempo la mostra del Museo etnologico di Monza e Brianza che si inaugura il 30 novembre alle 17 al Mulino Colombo di vicolo Scuole (fino al 22 dicembre e poi dal 7 gennaio al 9 marzo martedì, giovedì e domenica 9-12,30; mercoledì 16-18,30 ingresso libero).

Il piccolo e suggestivo spazio del Mulino riesce a tessere le fila di un racconto grazie alle immagini e alla grafica di “Il Cartoccino”, il giornale per l’infanzia stampato proprio a Monza e padre del celebre “Il Corriere dei Piccoli”.

È questa la settantesima mostra promossa dal Museo nato nel 1978 per iniziativa della pittrice Pina Sacconaghi insieme ad Anna Sorteni, scomparsa nel 2019 che è stata la presidente dalla nascita fino al 2018.

Monza, i giochi di un tempo al Memb: collezione di oltre 500 pezzi

Una mostra dal sapore natalizio che riesce a valorizzare una parte delle collezioni del museo che sul tema del gioco e dell’infanzia vanta oltre 500 pezzi, catalogati e conservato nelle sale dell’ala nord di Villa Reale.

Si parte dai giochi all’aperto dove gli oggetti più semplici come corde, tappi e biglie facevano la felicità dei bambini nel 1932. Una sezione è invece dedicata ai giochi didattici con le forme Froebel che aiutavano il bambino ad esprimere e sviluppare le proprie potenzialità, o i giochi in materiale naturale inventati da Steiner che permettevano ai bambini di affinare i propri sensi.

Lo stesso Cartoccino proponeva attività ludiche come giochi con i dadi, puzzle di carta o tombole.

Monza, i giochi di un tempo al Memb: la selezione di bambole ma anche i giochi per chi era destinato al sacerdozio

«Il gioco era considerato anche un importante insegnamento ella vita quotidiana – spiega il presidente Alberto Naboni le bambine imparavano a fare la mamma prendendosi cura delle proprie bambole e chi era destinato al sacerdozio veniva educato fina da piccolo attraverso un altare giocattolo in mostra con calici, candelabri, acquasantiere e crocefisso».

Bella la selezione di bambole che racconta l’evoluzione di questo giocattolo dalla cartapesta alla porcellana, dal biscuit alla celluloide fino al panno Lenci.