Monza, “frode del telemarketing”: sequestro preventivo della Guardia di Finanza per oltre 194mila euro

Coinvolte cinque persone indagate, sette società (due brianzole, di Meda e Barlassina) di meccanica, pubblicità, telecomunicazioni e telemarketing. Scoperto un giro di fatture false per 370mila euro
Guardia di finanza
Guardia di finanza Roberto Magnani

Cinque persone indagate, sette società (due brianzole, di Meda e Barlassina) di meccanica, pubblicità e telecomunicazioni e telemarketing sotto osservazione, fatture false per 370mila euro. Una frode fiscale che ha portato la Guardia di Finanza di Monza, su richiesta della Procura della Repubblica e provvedimento del gip, al sequestro preventivo di denaro, beni immobili e mobili registrati e altre disponibilità finanziarie per oltre 194mila euro. Soldi, appunto, considerati profitto illecito di reati tributari.

Tutto è nato in seguito a un’attività ispettiva dell’Agenzia delle Entrate e alle successive indagini patrimoniali effettuate dalle Fiamme Gialle. I cinque indagati figurano nell’inchiesta come amministratori di sette imprese, sei delle quali (una in provincia di Monza) hanno emesso fatture false per 370mila euro. Di qui la frode finalizzata all’evasione fiscale nella quale è coinvolto un imprenditore brianzolo, titolare di una ditta individuale.

I costi fittizi, che riguardavano spese per promozione televisiva classificate come “consulenze”, “vendita spazi pubblicitari” e “gestione appuntamenti e clientela”, ma che non avevano riscontri in contratti tra le parti, sono finiti nella dichiarazione dei redditi consentendo alla ditta individuale che li utilizzava un illecito risparmio d’imposta, con un minor carico fiscale ai fini delle imposte dirette per 156mila euro.

L’indagine ha accertato come profitto dei reati contestati, sia l’imposta evasa dalla ditta individuale sia l’Iva applicata sulle false fatture emesse, valorizzata per oltre 38mila euro come remunerazione dei soggetti emittenti per il servizio illecito fornito.