Non tanti come ci si sarebbe aspettati da un corteo che, ai festeggiamenti per i vent’anni di presenza in città, univa la protesta per lo sgombero di mercoledì 6 dicembre: sicuramente, però, ostinati – tanto da bloccare il centro storico per l’intero pomeriggio, con buona pace dei tanti che confidavano in un tranquillo pomeriggio di compere natalizie.
Monza, Foa Boccaccio in corteo: il percorso
Sabato 9 dicembre gli antagonisti della Foa Boccaccio si sono dati appuntamento in piazza Castello alle 14: con gli obiettivi di “diffondere l’autogestione”, “difendere l’occupazione” e “contrastare la repressione”, hanno organizzato un corteo scandito da cori e prese di posizione – contro il governo locale e nazionale, in favore del popolo palestinese, a sostegno dell’antifascismo. Stretti da due cordoni di agenti di polizia di stato in tenuta antisommossa, guardati a vista dagli uomini della Digos, i militanti hanno percorso via Turati, si sono fermati in largo Mazzini per poi proseguire lungo corso Milano: via Cairoli, piazza Indipendenza, via Solferino, via Volturno e via Cavallotti dove le soste sono state due, e ancora via Manzoni e via Appiani fino a piazza Citterio: da lì, via d’Azeglio e poi giù verso l’altra parte del centro storico, fino a tornare, nel tardo pomeriggio, nella stessa piazza da cui erano partiti e lasciando sui muri e sulle vetrine evidenti tracce del loro passaggio.
Monza, Foa Boccaccio in corteo: gli slogan
“Vent’anni non sono abbastanza. 2003-2023: un amore senza fine” lo striscione portato in testa al corteo, poi, subito dietro, tra le altre, bandiere palestinesi e antifasciste. A dare manforte agli antagonisti monzesi e brianzoli anche alcuni gruppi anarchici di Milano: la stima è di 250-300 persone. Hanno puntato il dito contro l’attuale giunta di centrosinistra che, quanto a “politica securitaria” sta facendo “anche meglio” dell’ex giunta Allevi, “sgomberandoci per ben tre volte in pochi mesi con la pretestuosa scusa della presenza di amianto e dell’ammaloramento degli edifici occupati”, hanno scritto anche online.
Monza, Foa Boccaccio in corteo: le accuse alla giunta Pilotto
Lo sgombero da via Don Giovanni Verità 3, l’ultimo in ordine temporale, è arrivato dopo nemmeno due settimane di occupazione abusiva (era il 25 novembre quando gli antagonisti hanno fatto irruzione a San Biagio): due mesi prima quella lampo di San Rocco, in via Val d’Ossola, durata ancora meno, e prima ancora, ad agosto, l’allontanamento da via Timavo 12, illegalmente “casa” della Foa per due anni, dal luglio 2021. Proprio in merito “all’esperienza di via Timavo”, scrivono sui social, “partirà anche un processo per il reato di occupazione: un grave precedente con cui Pilotto punta a colpire la nostra esperienza politica, attraverso un escamotage sempre più utilizzato dalle procure: vale a dire il tentativo di ridurre ad atto criminale un’attività ventennale di politica, autogestione e lotta sul territorio”.
Monza, Foa Boccaccio in corteo e la promessa: occuperemo
La prima occupazione, nel novembre 2003, è stata quella di via Boccaccio: poi una girandola di traslochi fino ad arrivare, nel 2011, in quella via Rosmini (ex centro sportivo Verga) dove il Boccaccio ha trovato abusivamente casa per dieci anni. «Ripartiamo da qui, dalle strade della nostra città – hanno detto sabato pomeriggio – perché ogni sgombero rappresenta l’atto di nascita di una nuova occupazione: non sarà questo processo, né gli altri che ci troviamo ad affrontare o che affronteremo, tantomeno gli sgomberi in successione, a porre fine alla nostra esperienza e alla nostra voglia di lottare».