Monza e la beffa del secolo: le false sculture di Modigliani allo Sporting club

Uno degli autori dello scherzo del 1984 a una serata organizzata il primo aprile per raccogliere fondi a favore della ricerca oncologica.
Le tre false sculture di Modigliani
Le tre false sculture di Modigliani Internet

Il giornalista di Panorama Gianni Farneti era nato e cresciuto a Livorno. Quando nell’estate del 1984 scopri che nella sua città stavano scavando in un canale per cercare le sculture che Amedeo Modigliani, temporaneamente lontano da Parigi, si diceva avesse gettato lì dentro frustrato dai commenti degli altri artisti, pensò: “Davvero le stanno cercando? A Livorno qualcuno gliele farà trovare”. E così fu.

Uno era l’artista Angelo Froglia, che dirà poi essersi trattato di un provocatorio gesto artistico e ne aveva scolpite due. Gli altri un gruppo di amici, con un solo scopo: costruire la beffa del secolo. Ci riuscirono. Sono passati 40 anni dall’estate del 1984 e Pietro Luridiana, Michele Ghelarducci e Pier Francesco Ferrucci hanno preso strade diverse: quest’ultimo oggi è un oncologo sperimentale di Multimedica e vent’anni fa è stato tra i creatori della Fondazione Grazia Focacci, che da vent’anni su impulso del Rotaract club Milano Scala Manzoni finanzia “terapie innovative basate sulle nuove frontiere aperte dalla medicina molecolare” e sostiene “coloro che si trovano a lottare contro il cancro fornendo seconde opinioni e supporto attraverso un numero verde nazionale”.

Monza e la beffa del secolo: da Modigliani alla ricerca oncologica (senza beffe)

Ha bisogno di fondi, come ogni realtà analoga, e questa volta bussa alle porte di Monza con una serata speciale di cui è complice il Cittadino e che è stata presentata in Regione Lombardia. Obiettivo: trovare risorse per finanziare i progetti. In un giorno speciale, il primo aprile, quello dello scherzo che non ti aspetti, quello dello scherzo che va accettato perché è quel giorno lì. Ma non si tratta di uno scherzo: si tratta di aiutare chiunque abbia bisogno della ricerca scientifica per avere una speranza in più.

C’è bisogno di essere seri? Sì. Si può scherzare? Altrettanto. E lo farà proprio Pier Francesco Ferrucci, luminare di oncologia e presidente della fondazione, allo Sporting club per raccontare di quel giorno di 40 anni fa in cui si è reso complice della beffa del secolo: i falsi Modigliani. Lo scrive anche nel curriculum: “Sono stato tra gli autori, insieme ad altri tre amici del iceo, del famoso scherzo di Modigliani, definito la burla del secolo scorso, che ha per lungo tempo influenzato, credo positivamente, il mondo dell’arte figurativa, riportando in primo piano l’opera e gli autori a scapito della critica d’arte troppo legata al mercato ed alla politica”.

Monza e la beffa del secolo: dopo 40 anni, a favore della medicina

In quello scherzo ci sono cascati tra i più grandi nomi della critica d’arte del Novecento – alcuni dei quali non hanno mai avuto il coraggio di arrendersi all’evidenza del fatto che erano stati raggirati da tre studenti e un artista che non era certo Amedeo Modigliani. Sono passati quarant’anni e quella storia conserva ancora tutto il suo fascino: uno degli autori della beffa del secolo era uno studente che quattro decenni dopo è un protagonista dell’oncologia e che chiede a tutti di essere parte dei sogni, delle fantsie, dell’immaginazione che lo accompagna da sempre.
Da studente, inventarsi dei Modigliani inesistenti. Da medico, immaginare delle cure che possono esistere.

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